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Ripartire dopo il Covid puntando su un’economia sostenibile, invertendo la rotta che negli ultimi anni ha visto aumentare le povertà e il divario tra ricchi e poveri, costruendo un’economia solidale e civile che dia importanza al benessere dei lavoratori e al loro ruolo nella società, al territorio e all’ambiente. È l’obiettivo di Magis, il primo corso di alta formazione manageriale in gestione dell’impresa socialmente orientata, ripartito dopo la pausa estiva, che vede Pisa in prima linea.
«La crisi ha colpito tutti indistintamente dalla ricchezza e dalla provenienza. Abbiamo visto quanto c’è bisogno di una sanità efficiente e del rispetto delle regole per il bene comune. Dobbiamo dare le giuste priorità, anche dal punto di vista economico» così Giuseppe Argiolas, professore di management dell’Istituto Universitario Sophia e direttore scientifico di Magis. «Covid-19 è stato come un forte schiaffo che ci ha riportato alla realtà. Ci siamo resi conto con ancora maggiore consapevolezza che non possiamo continuare come stavamo facendo, non possiamo disinteressarci di ciò che succede dall’altra parte del mondo – continua Andrea Piccaluga, direttore dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna e professore del corso – Sono ormai evidenti i danni procurati dalla finanza speculativa che da tempo non è più al servizio dell’economia reale. Devono cambiare le regole, ma soprattutto deve cambiare la mentalità»
«Il punto fondamentale non è soltanto tecnico ma soprattutto antropologico – interviene Argiolas – Di che visione di uomo e di società stiamo parlando? C’è bisogno di un cambio di paradigma: dobbiamo passare da un’economia individualista ad un’economia civile, devono tornare ad essere centrali la persona e la qualità delle relazioni. Economia significa ‘gestione della casa’: per un’economia civile il punto di riferimento è il bene delle persone che la abitano e non solo la gestione della casa stessa. Questo concetto lo possiamo estendere alla città, alle regioni, al mondo. L’orizzonte deve essere il bene comune; i pilastri il dialogo, la fiducia, la reciprocità. Tutto questo mantenendo la libera iniziativa, l’innovazione, la divisione del lavoro. L’economia finanziaria punta a massimizzare il profitto nel breve periodo e la logica diventa “mors tua vita mea”. L’economia civile tiene i piedi per terra nell’oggi e ragiona a lungo termine, il profitto è un requisito dell’impresa, non l’unico obiettivo».
Tutti possono fare qualcosa: «I nostri comportamenti quotidiani sono importanti, comprese le piccole attenzioni nei confronti dell’ambiente e delle persone. Abbiamo la grossa responsabilità di conoscere ed alimentare i cambiamenti che si stanno verificando – riprende Piccaluga – Ci sono due cose mi stanno particolarmente a cuore: intraprendenza e informazione. Abbiamo bisogno di persone che si assumano la responsabilità di prendere iniziative coraggiose e originali, che creino cooperative, imprese, organizzazioni ibride. Collaborando con fiducia, e difendoci da chi vuole metterci paura, farci credere ai complotti, scatenare la rabbia».
«Ci sono tanti esempi di aziende che proprio grazie al fatto di essere socialmente orientate si sono sviluppate e sono cresciute. Oggi più che mai, le imprese possono e devono essere agenti del cambiamento e attrici di uno sviluppo integrale delle persone e dei contesti in cui operano» conclude Argiolas.
Magis è promosso dalla Pastorale Sociale del Lavoro della Diocesi di Pisa, in collaborazione con l’Agenzia Formativa Aforisma che ne cura l’organizzazione, e dall’Istituto Universitario Sophia che ne ha la responsabilità scientifica e coordina gli aspetti didattici dei docenti propri e delle Università con le quali è in rete. Durante il lockdown ha continuato a svolgersi in streaming, e attualmente continua con lezioni in presenza e a distanza. Per informazioni www.aforismatoscana.net