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Martedì in scena i “Caporali Coraggiosi”, mercoledì 16“Viandanti all’Inferno”
Dopo la giornata di festa registrata sabato con le premiazioni dei giovani pisani che si sono diplomati con 100 e lode e delle giovani promesse dell’arte, dello sport e della musica che si sono raccontate in serata, prosegue il programma del “Fuori Teatro”, eventi culturali al Giardino Scotto voluti dal Comune di Pisa e organizzati dal Teatro Verdi.
Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 21.00. Per ogni serata saranno disponibili al massimo 200 posti. I biglietti, nominali e distanziati secondo le normative di distanziamento per l’emergenza Covid-19, possono essere acquistati in prevendita nel circuito Vivaticket.com. Ma, novità di settembre, sarà possibile acquistare i biglietti anche di persona presso il botteghino del Teatro Verdi di Pisa (dal martedì al venerdì con orario 11.00 – 13.00) e presso i punti vendita Viva Ticket tra cui il Palazzo dei Congressi (orario 09.00 – 11.00) e Galleria del Disco. Ecco gli appuntamenti in programma per questo inizio settimana.
Martedì 15 settembre
“Caporali Coraggiosi (Duo Tour)”. Dopo il grande successo di Marenia 2019 , i Caporali Coraggiosi tornano a Pisa per chiudere la Stagione del Teatro Verdi di Pisa nella bellissima cornice del Giardino Scotto. Causa delle restrizioni Covid, lo spettacolo si chiamerà Duo Tour e vedrà sul palco i due solisti Marco Forconi e Valerio Simonelli accompagnati dalla vocalist Valentina Caturelli, già vista a TheVoice su RAI1 e Tali e Quali su RAI2 , cantando un brano di Alexia, che ha poi incontrato in diretta TV e la Vocalist Samantha Montorzi. Lo spettacolo originale dei “Caporali” conta un cast di 20 persone ed è studiato per platee di migliaia di persone, quindi tutti i concerti sono saltati a causa del Covid, ma abbiamo deciso di fare una data a Pisa per chiudere l’estate 2020, per salutarci e rivederci con il nostro grande spettacolo l’estate prossima.
Mercoledì 16 settembre
“Conversazioni tra amiche”, di Cristina Sarti. In questo spettacolo 12 dive, 12 donne, 12 muse, un fascio di dodici rose rosse che hanno lasciato un segno indelebile nel panorama artistico nazionale e internazionale. Queste donne di indiscutibile fascino si raccontano in tutta la loro umanità, non solo come personaggi pubblici visti attraverso l’occhio del coinvolgimento mediatico, ma in tutte le loro sfaccettature femminili, attraverso le loro fragilità, le passioni travolgenti, contraddizioni, i loro amori sbagliati e il romanticismo che le ha attraversate. Il coraggio, lo sconfinato amore per i figli, tutte le loro incertezze e insicurezze e la loro ostinata e folle sete di vita e di amore, sempre con il grande fascino che le ha contraddistinte e ha reso di loro delle intramontabili stelle. Cristina Sarti, attrice, regista e autrice di questo spettacolo sarà l’interprete di queste affascinanti figure femminili, accompagnata alla chitarra dalle note delicate e raffinate della voce e le corde del maestro Meme Lucarelli, che interpreterà le musiche più appassionanti del repertorio italiano e non, trasportando lo spettatore nel tessuto di vita del contesto storico e dell’anima delle nostre protagoniste. Intrecciandosi tra loro la parola recitata e la musica si alternano e si fondono in un dialogo a due voci per ripercorrere la strada dell’animo di queste donne che respirano arte e vita quotidiana in una sinergia reciproca, srotolando tutti i loro colori lungo una tormentata “vien en rose” che le ha consacrate come muse irraggiungibili in ogni tempo.
Giovedì 17 settembre
“Viandanti all’Inferno”, di Paolo Cioni con Peso Piuma. Si tratta di un primo studio in forma di lettura scenica, realizzato da Paolo Cioni e Pesopiuma, per riportare ai giorni nostri i versi di Dante e della Commedia in una cornice leggera e surreale.
A seguire “Wei Wu Wei ft Linda Palazzolo”: un gradevole esempio di evoluzione jazzistica, che dalle radici della cultura afroamericana e passando per l’improvvisazione sfocia nel funk, free e reggae.
Venerdì 18 settembre
“La signorina Else”, con Martina Benedetti. “Nei singoli uomini non si è verificata la benché minima trasformazione, non è accaduto altro se non che diverse inibizioni sono state spazzate via e che ogni specie di mascalzonate e furfanterie possono essere commesse oggi con un rischio relativamente minore, in ogni senso sia morale che materiale, di quanto non accadeva in passato. Inoltre si parla un po’ più di cibo e di denaro.” Così Arthur Schnitzler descriveva, nel 1924, la sua epoca, difendendo “Signorina Else” dalle critiche di coloro che la consideravano un’opera appartenente a un mondo “finito e sorpassato”. In realtà, la vicenda della giovane donna, ospite della zia nel Grand Hotel di San Martino di Castrozza, che per salvare il padre dalla rovina economica deve mostrarsi nuda a un vecchio conoscente, è quanto mai sintomatica della lotta della dignità umana contro il potere del denaro. Else è una giovane viennese di buona famiglia borghese; il padre ha il vizio del gioco e rischia spesso l’arresto. Attraverso il monologo interiore della ragazza – messa di fronte alla necessità di prostituirsi per salvare suo padre dal suicidio – Schnitzler critica impietosamente la società viennese dell’epoca: la famiglia, la condizione femminile, la frivolezza e la superficialità della borghesia viennese.