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Maria Scognamiglio, da tutti conosciuta come Antonietta, si prepara alla campagna elettorale. L’attuale consigliera di minoranza in consiglio comunale del capoluogo presenta la sua candidatura al consiglio regionale, nella lista del PD per la provincia di Pisa. È la stessa Scognamiglio a illustrare le ragioni della sua discesa in campo: “In politica non si è mai soli. In ogni battaglia che ho fatto mi sono sempre fatta accompagnare dalle persone che condividevano quel percorso con me. Abbiamo raggiunto la meta insieme perché la politica è espressione di comunità e dialogo“. “Mi candido – aggiunge – perché voglio una politica che parta dalla fragilità delle persone, da chi ha più bisogno. Ci vuole coraggio per riportare al centro chi sta ai margini, e io credo in una politica coraggiosa. Mi candido perché sono convinta che i temi sociali includano tutti gli altri temi politici, dal lavoro all’economia, dalla salute all’istruzione fino allo sport. Questi anni di esperienza amministrativa mi hanno convinta ancora di più della necessità di agire subito. L’idea che le destre possano stravolgere e distruggere il lavoro fatto in questi anni mi preoccupa e spaventa“.
La Toscana senza barriere
Il programma di Maria Antonietta Scognamiglio per il Consiglio Regionale: “Una Regione senza barriere è una regione più inclusiva. Includere significa ripensare i confini che impediscono l’accesso a beni e servizi essenziali come l’istruzione, la salute, gli spazi pubblici, lo sport. Io immagino una Regione in cui gli ostacoli – sociali, fisici, economici, linguistici, di genere e di età – siano rimossi con l’esercizio e l’affermazione dei diritti“.
Toscana green
“Sento fortemente il richiamo alla responsabilità lanciato dai giovani, che sui temi ambientali reclamano garanzie sul futuro di questo pianeta. I cambiamenti climatici sono un ostacolo al loro futuro. La Regione ha voce in capitolo su alcuni temi determinanti per i prossimi anni, come i rifiuti, l’energia, la mobilità sostenibile. Ci sono territori come l’Alta Valdera che hanno già pagato molto in termini ambientali, altri, come il Comprensorio del cuoio, che si stanno reinventando tra esigenze ambientali e pandemia. Aree fortemente industrializzate si alternano a territori dal delicato equilibrio ambientale, sta a noi trovare la giusta traiettoria“.
Toscana delle opportunità
“La Toscana in questi anni ha investito cospicue risorse nella formazione. Dall’istruzione fondamentale a quella post laurea o professionale, sono emerse nuove figure di lavoro e nuove esigenze. La presenza delle università, dei centri di ricerca, dei numerosi punti di incontro tra formazione e lavoro, spinge a proseguire in questa direzione, cioè la formazione mirata di nuove figure professionali. Penso al personale sportivo qualificato per assistere persone con disabilità o alle figure di mediazione e supporto che potrebbero nascere da una nuova visione di cura delle persone anziane. Anche per l’ambiente servono nuovi profili e nuove competenze: la Regione sta già promuovendo corsi per le guide ambientali ad esempio, ma basta spostare l’asticella più in là, al capitolo manutenzione del territorio e delle aree protette, per capire come la formazione possa aprire opportunità concrete di lavoro. Facciamo restare qui i cervelli che hanno studiato qui“.
Toscana sana
“La pandemia è stata un passaggio decisivo, che ha messo in luce la solidità della gestione regionale nel suo complesso ma anche i punti deboli. Nelle Rsa è emersa la necessità di un medico in presenza, lavoriamo su questa richiesta. Facciamo un passo in avanti e avviciniamo ulteriormente i cittadini al sistema sanitario, andando a riallacciare quei rapporti di prossimità che si sono persi con i grandi ospedali. La comunità scientifica è concorde nel dire che molti problemi di salute hanno origine da disagi e problematiche di natura sociale e esistenziale. La mia proposta è quella di affiancare lo/la psicologo/a di base al medico di famiglia. Lo ha istituito la Regione Campania qualche giorno fa e se ne sta discutendo anche a livello nazionale. Si tratta di una figura sanitaria di supporto al medico di base, che permette di intervenire rapidamente e non far aggravare la situazione quando emergono dei problemi. Può consentire una lettura diversa delle condizioni di salute dei pazienti, e quindi anche limitare la spesa per analisi e visite specialistiche. Con lo stesso principio va difesa e rilanciata la figura dell’infermiere di comunità. La Regione Toscana è stata coraggiosa con l’istituzione di questo supporto sanitario, ora è necessario dare continuità a questo lavoro e implementarlo nelle zone che ne hanno ancora beneficiato in misura minore. Le zone marginali come Volterra inoltre, hanno diritto alla copertura pediatrica che chiedono. Un capitolo importante merita il tema dei Care givers. Una legge regionale che metta ordine e riconosca alcuni diritti è un passaggio non più rinviabile. A livello nazionale siamo ancora in alto mare. Ma possiamo spingerci oltre e pensare anche alle persone che si occupano di pazienti oncologici e vivono difficoltà simili.
Per la stessa ragione credo sia tempo di rifinanziare il bando regionale Progetto Vita Indipendente, fermo dal 2016, ridiscutere i criteri di accesso e riaprire le graduatorie. Ci sono proteste in atto che impongono attenzione“.
Toscana più giusta
“Mi candido perché i tempi che stiamo vivendo sono eccezionali e richiedono lo sforzo eccezionale di tutti noi. Mi spaventa la risposta delle destre alle attuali emergenze: repressione, isolamento, restringimento dei diritti. Ci sono problemi urgenti che non possono essere risolti con gli slogan: occorrono capacità amministrative e di dialogo. La pandemia inoltre ha portato una nuova grave, ondata di povertà, con il rischio che sempre più persone finiscano ai margini della società. I margini vanno presi e riportati al centro, perché la politica serve a non lasciare indietro nessuno“.