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Con la chiusura delle discoteche ora il ‘settore notte’, che appena appena iniziava a ritrovare prospettiva, invece finisce in ginocchio. I sostegni annunciati ora arrivino subito e bene, e non restino fermi sulla carta come nei mesi scorsi. Altrimenti un segmento economico importante verrà spinto al tracollo. Sinistra e grillini hanno criminalizzato il comparto per la loro incapacità a governare i comportamenti dei singoli. Io non ci sto»: dà fuoco alle polveri nel metodo e nel merito, il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti pensando al giro di vite sui locali notturni arrivato ieri in via d’urgenza.
«Così non va bene», scuote il capo. «Prima di tutto mi voglio concentrare sulla realtà dei fatti e dico: i ristori enunciati ieri per le discoteche non rimangano sulla carta come troppo spesso avvenuto nei mesi scorsi. Se si vuol chiudere un intero segmento imprenditoriale – sottolinea – allora poi i gestori vanno sostenuti subito. Sono imprese che hanno fior di dipendenti e che danno lavoro, prima ancora che divertimento, e senza aiuto i giallorossi al governo li stanno portando per mano verso la consegna dei libri in tribunale. Invece bisogna creare per loro un percorso di sostegni-ponte che li traghettino verso la prossima stagione, se questa salta, tutelando l’integrità del sistema».
Il chiavistello ormai è serrato: «Si sono chiusi fior di locali che io personalmente ho visto essere sanificati, igienizzati e rispettosi dei protocolli da cubo di Rubik varati da virtuosisti della prevenzione. I gestori hanno fatto i salti mortali per adeguarsi. Se adesso li si richiudono, allora per loro e per i loro dipendenti arrivino subito – incalza Marchetti – ma proprio intendo dire nel giro di ore i ristori al danno, perché questo è proprio un danno ponderato dal governo di sinistra e grillini, che viene loro inflitto». C’è poi l’approccio ideale, secondo Marchetti, da mettere in discussione: «Io non ci sto a criminalizzare un settore», contesta l’esponente di Forza Italia. “La rimonta dei contagi non si risolve chiudendo le discoteche – sottolinea – e facendo passare il messaggio che il divertimento sia un male. Chi governa deve saper incidere sui comportamenti individuali, non mortificare le imprese. I ragazzi devono essere portati in condizione di divertirsi e svagarsi senza sfidare la roulette russa della diffusione del virus, recapitandolo magari poi a casa e con esiti fatali a nonni e genitori. Ma su questo bisogna fare cultura, non chiusura. Altrimenti il problema si ripropone e si replica, ingrandendosi col contrarsi delle occasioni di buona aggregazione disponibili, anche all’aperto, nelle piazze, nei bar, a scuola quando sarà e non si capisce come, sui mezzi di trasporto… serve la testa, non il chiavistello”.