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Elezioni Regionali, Barzanti, Pci: “Torniamo per ricostruire la Toscana distrutta dal Pd”

Il candidato presidente della regione Toscana del ricostituito Partito comunista italiano, Marco Barzanti, si è presentato nel corso di una conferenza stampa cui ha partecipato anche Patrizio Andreoli della segreteria regionale, che ha chiarito la posizione del partito rispetto al referendum in programma assieme alle elezioni regionali: “No alla riduzione dei parlamentari”
“Molti stanno parlando di noi perché il Pci, dopo trent’anni, torna sulle schede elettorali in Toscana. E’ giusto tutto ciò. Noi siamo il Pci, il partito che ha costruito la Toscana del benessere diffuso che il Pd ha ormai in gran parte distrutto, logico quindi che il nostro ritorno faccia notizia. Ma chi pensa che la nostra sia un’operazione nostalgia, sbaglia di grosso. Noi torniamo per fare battaglia politica vera, su tutti i temi che riguardano i cittadini toscani, perché il rinato Partito comunista italiano non vuole essere solo la forza politica dei lavoratori, ma il partito che dovrà occuparsi di una regione ormai allo sbando per ricostruirla e ricostruire la partecipazione democratica”.
Il candidato presidente della regione Toscana del Pci, Marco Barzanti, 51 anni, consulente aziendale, ha presentato così la partecipazione alle elezioni regionali con il simbolo storico del partito che fu di Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer: la bandiera rossa con la falce e il martello sopra la bandiera italiana e il simbolo Pci sotto, anche se, in un ammodernamento grafico, la scritta si presenta adesso senza i puntini tra le varie lettere.
“Il ricostituito Pci si pone l’obiettivo di cambiare radicalmente la nostra società. I diritti per cui ci battiamo non sono superati dalla storia. Vogliamo che il primo articolo della Costituzione, che recita l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, sia pienamente attuato”, spiega Barzanti. E ancora: “In Toscana siamo pronti a dare battaglia su tutti i principali temi, dalle questioni che riguardano l’istituzione regionale e la moralità dei suoi rappresentanti all’ambiente, la sanità, la scuola, il lavoro, la viabilità, i trasporti, i rifiuti, le donne ed i giovani, le politiche dell’immigrazione e le politiche internazionali”.
“Per quanto riguarda la sanità pubblica, ad esempio, in Toscana negli ultimi dieci anni sono stati tagliati 2600 posti letto per un risparmio, non reinvestito nel sistema sanitario, di circa 600 milioni di euro. Il risultato è che la sanità toscana, oggi, non è all’altezza della sua tradizione, del sistema che i comunisti avevano costruito”, afferma Barzanti. “Mi fa paura il pensiero di cosa sarebbe potuto accadere se il covid-19 avesse colpito la Toscana come ha colpito la Lombardia. Noi vogliamo rilanciare una sanità pubblica, gratuita e di qualità in cui ci siano investimenti seri e di valore, non discorsi alla Rossi”.
“Sulla viabilità, per fare un altro esempio, è indecente che la Tirrenica sia ancora in una condizione di insicurezza”, aggiunge il candidato del Pci. “Per non parlare dello scandalo dell’Aurelia dove si paga un balzello inaccettabile per passare sotto Rosignano e di una rete ferroviaria che non è all’altezza della nostra regione e dei bisogni dei pendolari”. E sui rifiuti: “Abbiamo messo, nel programma, un’attenzione particolare alla raccolta differenziata che deve essere fatta in modo spinto coinvolgendo i cittadini e prevedendo premialità per i più virtuosi”.
“Esiste poi un questione di moralità”, dice Barzanti. “Durante il periodo del covid-19 tutti i consiglieri toscani, tutti, hanno ricevuto rimborsi per viaggi mai effettuati. Smascherati, hanno detto che hanno donato quei soldi. Ma a chi? Sono soldi dei cittadini. Non possono donarli a chi pare a loro. Devono tornare al sistema pubblico, ai toscani, che pagano le tasse per avere servizi e prestazioni, non per regalarli ai consiglieri regionali che poi, magari, li passano ad aziende od a chi pare a loro”.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche l’esponente della segreteria regionale e responsabile dell’organizzazione del Pci nazionale, Patrizio Andreoli, che ha evidenziato che “come Pci ci battiamo per allargate la base dei diritti e della partecipazione democratica”, facendo poi un riferimento al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari per il quale si voterà assieme alle consultazioni regionali: “Noi siamo per il No perché la questione, posta così come viene posta, rappresenta un imbroglio culturale prima ancora che politico. Il Pci è contro il taglio di deputati e senatori perché restringe ulteriormente la già precaria ed assai ridotta rappresentanza democratica in Italia”.