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“Tredici euro di aumento mensile della busta paga sono una presa in giro per chi rischia la vita tutti i giorni per la sicurezza della comunità”.
Così Antonio Mazzeo, consigliere regionale del Partito Democratico, sullo scontro politico tra Lega e Movimento 5 Stelle sul percorso parlamentare per il riconoscimento economico alla categoria dei Vigili del Fuoco nella V Commissione Bilancio del Senato.
Il fatto.
L’ultima legge finanziaria stanziava risorse aggiuntive per la valorizzazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco pari a 165 milioni di euro nel triennio. I pentastellati, al fine di rendere esigibili tali risorse, avevano più volte presentato un emendamento al dl “Rilancio” vòlto a ripartire all’interno dei tabellari stipendiali queste risorse. Ma l’emendamento, per ben due volte, è stato bloccato dalla Lega. Di più: la Lega ha in itinere un ddl vòlto all’equiparazione economica dei Vigili del Fuoco alle forze di polizia, ma senza coperture economiche.
Ma al di là della querelle politica, spicca la cifra dedicata alla busta paga mensile della parte più giovane del Corpo, quella maggiormente esposta ai rischi personali: tredici euro, a fronte degli oltre trecento che spetteranno agli stellati ufficiali. Non solo, ma per i dirigenti vengono aumentati di ben dieci volte il fondo di produttività (da 500 mila euro a 5,3 milioni nel 2022) e i fondi rischio, posizione e risultato (da 133 mila euro a 1,3 milioni).
“Ritengo inaccettabile – prosegue Mazzeo – che ci si riesca a dividere anche su temi che dovrebbero vedere la convergenza di tutte le forze politiche: aumentare dignitosamente lo stipendio dei Vigili del Fuoco è un atto dovuto a beneficio di chi mette a rischio la propria vita per la comunità. Una disparità di trattamento del genere non può lasciare indifferenti e occorre intervenire al più presto. Non scopriamo certo oggi lo straordinario valore dei Vigili del Fuoco: penso all’incredibile contributo che hanno dato durante l’incendio che ha devastato il Monte Pisano a settembre 2018 e dove la Regione si è impegnata fin da subito, o in occasione della strage di Viareggio, la cui ricorrenza è stata giusto qualche giorno fa”.
“I governi Letta, Renzi e Gentiloni, oltre allo sblocco del contratto e alla stabilizzazione dei vigili discontinui (la parte precaria del Corpo), avevano coinvolto tutte le parti sociali prima di prendere decisioni, ascoltandole e valorizzandole. Questa cosa, adesso, non sta accadendo”.
Lo afferma Francesco Simonini, membro della segreteria regionale Uil, componente nazionale della Fnc vvf, associazione di Vigili del Fuoco discontinui e permanenti e delegato regionale alla sicurezza del forum sicurezza e protezione civile del Partito Democratico.
“Il lavoro svolto dalle rappresentanze sindacali negli scorsi anni – conclude Simonini – è servito a ottenere risultati concreti per la categoria. Abbiamo, in sostanza, ricevuto ascolto e risposte. Non solo: nel recente passato tutti i Vigili del Fuoco hanno avuto un aumento in busta paga di 100 euro e con meno della metà delle risorse attualmente disponibili. È paradossale. L’istituzione di un sottosegretariato dedicato faciliterebbe questo percorso di concertazione di cui abbiamo bisogno e che non c’è. Invito all’unità sindacale e a una contrattazione vera”.