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Non bastavano tre mesi di lockdown nazionale, adesso la Provincia di Pisa aggiunge al blocco un ulteriore lockdown locale, con la chiusura totale del ponte della Fossa Chiara a partire dal 20 luglio. Non sta nella pelle il Coordinatore sindacale di Confcommercio Pisa Alessio Giovarruscio “Non ci sono parole adeguate, se non dire che è una vergogna. Ci siamo seduti a quel tavolo con la speranza che ci illustrassero l’avvio di una nuova strada, di un nuovo ponte, e invece ci siamo ritrovati al cospetto di una decisione già presa che prevede la chiusura del ponte dell’Arnaccio Calci fino a settembre inoltrato. Ripeto, è una vergogna”.
“Confcommercio risponde signor No a questo modo di fare inaccettabile riproposto da Angori e Di Maio” – spiega Giovarruscio – “per il quale si convocano i rappresentanti delle imprese a qualche giorno dall’avvio di lavori già interamente decisi. Le imprese meritano rispetto, necessitano di programmazione e di informazione, e invece la provincia, all’inizio di una difficilissima e sanguinosa ripartenza post covid-19, nel breve giro di poche ore chiude un ponte fondamentale e blocca un pezzo importante del nostro territorio, senza nessun tipo di verifica sull’impatto che questa decisione può avere sul tessuto imprenditoriale locale. Un modo di agire irresponsabile e al danno del lockdown si aggiunge una ulteriore beffa per le tutte le imprese che saranno coinvolte”.
“Ormai è sempre la stessa storia che si ripete ogni volta, ma noi che rappresentiamo gli imprenditori il cero in mano ad Angori e Di Maio non lo teniamo di sicuro! – aggiunge il rappresentante di Confcommercio: “Ci dicono che c’è un improvvisa e urgente emergenza: benissimo, come associazione abbiamo chiesto ufficialmente che prima che i lavori abbiano inizio, sia fatto un incontro alla presenza del prefetto, il massimo rappresentante governativo sul territorio, e la provincia motivi in quella sede che si tratta effettivamente di lavori urgenti e improcrastinabili”.
“Quello che stupisce e ci preoccupa è che per ammissione degli stessi tecnici della provincia, l’eventuale impatto sulla viabilità dovuta alla chiusura del ponte è stato calcolato su quanto accadeva negli anni precedenti ad agosto” – conclude Giovarruscio – “dimenticando che quest’anno la situazione sarà molto diversa, con tante imprese impegnate nella ripartenza e una minore disponibilità di ferie. Insomma, in un momento così estremamente delicato la Provincia di Pisa, e tutti coloro che ne avallano la decisione, si assume la responsabilità di chiudere questo ponte senza sapere bene quello che accadrà, senza nessuna idea sulle conseguenze che ci saranno per le imprese, con un piano del traffico parametrato sugli anni passati, con molte incertezze sulla viabilità alternativa, e nessuna garanzia per lo spostamento necessario dei mezzi agricoli e degli automezzi pesanti. Insomma, una conferma del modo poco serio e miope per avviare lavori di questa portata, a spese di imprese, professionisti e semplici cittadini”.