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Il Coordinamento dei Comitati cittadini di Pisa esprime il proprio apprezzamento per le decisioni assunte dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza convocato nei giorni scorsi dal Prefetto Giuseppe Castaldo, su richiesta del Comune di Pisa dopo l’episodio dell’accoltellamento in piazza delle Vettovaglie. Per il Comune erano presenti il sindaco di Pisa Michele Conti e l’assessore alla sicurezza Giovanna Bonanno.
In particolare, come è stato appreso dalla stampa, è stato finalmente deciso “un coordinamento delle forze dell’ordine per una presenza maggiore e più efficace in grado di assicurare un presidio costante nelle zone più interessate alla mala movida”.
“Verranno disposte le espulsioni dal territorio comunale, come misura di sicurezza, di quei soggetti che si dimostrino pericolosi, abbiano reiterati comportamenti altamente illegali e dannosi per la civile convivenza che è un diritto fondamentale per una comunità come la nostra che non tollera più che la città finisca sotto il controllo di pochi delinquenti. Inoltre saranno intensificati con particolare attenzione a quelli nella fascia oraria 20- 3.”
Aspettiamo con fiducia la loro concreta operatività. Si tratta dei primi passi nella direzione di un piano organico di interventi richiesti da tempo dal Coordinamento al Tavolo di osservazione sulla sicurezza urbana e illustrati di recente alla Commissione consiliare n. 3 nel corso di una audizione e agli Assessori Giovanna Bonanno e Paolo Pesciatini.
Ma queste misure non bastano per limitare i gravi effetti della malamovida, che negli ultimi giorni si sono manifestati in forma violenta, caotica e rumorosa, tingendosi anche di sangue per aggressioni criminali con coltelli e bottiglie. Ora si deve passare ad un nuova fase e a misure di controllo più ampie per tutti, non solo per “pochi delinquenti”.
Per questo il Coordinamento ha già chiesto al Prefetto la convocazione del Tavolo di osservazione sulla sicurezza urbana per una ulteriore valutazione del fenomeno che fa di Pisa una “terra di nessuno”.
Gli ultimi provvedimenti del Sindaco su “Riapri Pisa” sono stati eccessivamente generosi, ripristinando gli orari precedenti del Regolamento per le attività alimentari, favorendo di fatto gli assembramenti e le conseguenti azioni negative.
In Piazza delle Vettovaglie e dintorni, la riapertura dei locali, secondo i residenti e una parte dei commercianti, è stata un “fallimento totale”. Una trentina di persone, spesso legate al mondo della droga e munite di cani, dettano legge al centro degli assembramenti (vietati), scatenando risse e aggressioni. Secondo le segnalazioni, ci anche soggetti con particolari fragilità personali e quindi è necessario un intervento dei Servizi sociali. Riteniamo che tra di essi siano stati già individuati i “pochi delinquenti” da espellere dalla città.
Resta il fatto che molti utenti della movida, favoriti dall’economia della notte, si lasciano andare ad un uso incontrollato di alcol e di sostanze stupefacenti, rendendo la situazione esplosiva: schiamazzi, strade usate come orinatoi, danneggiamenti di vetrine e di portoni, musica con altoparlanti portati a spalla in loco, violenze, il tutto con la mascherina, se c’è, portata al gomito.
Continua e si rafforza così nel centro storico il fenomeno della malamovida degenerato da anni sotto la falsa insegna della libertà di associazione e di divertimento a tutti i costi, anche in pregiudizio delle altrui libertà costituzionali al riposo, alla quiete, alla salute, alla circolazione e al movimento. Per il Coordinamento la ripresa delle attività non deve essere una riproduzione del passato, ma un cambiamento qualitativo anche del modello economico, come ha annunciato lo stesso Sindaco.
Secondo il Coordinamento vanno adottate ulteriori misure urgenti:
– presidiare piazze e strade della movida da parte di tutte le Forze dell’ordine, compreso l’esercito, con modalità fisse e dinamiche, anche dopo la chiusura dei locali;
– imporre a tutti i locali di qualsiasi genere la chiusura alle 01:00 in qualunque zona della città;
– i locali devono far rispettare il distanziamento fisico di un metro (e l’uso alternativo delle mascherine) ai loro clienti con Steward competenti e preparati in servizio permanente, a carico degli esercenti (attualmente sono a carico del Comune e quindi dei cittadini);
– la movida si svolge soprattutto nella Zona Rossa dotata di telecamere di videosorveglianza, che vanno utilizzate per individuare e sanzionare singolarmente tutti i responsabili di comportamenti illeciti, utenti ed esercenti. Ci si domanda, poi, se le telecamere e il sistema di illuminazione siano veramente funzionanti e adeguati (ad esempio, Piazza dei Cavalieri è quasi al buio);
– bagni pubblici accessibili nelle zone della movida ad un costo ridotto, con spese a carico degli esercizi commerciali che ne sono privi. I vicoli della zona vengono presi come orinatoi, tanto che i residenti hanno chiesto al Comune di mettere dei cancelli a loro spese;
– uniformità degli orari di apertura e di chiusura in tutta la città compresa la parte Sud di Pisa, dove si segnala una situazione insostenibile di disordini e di traffici illeciti tutta la notte, soprattutto a Porta Fiorentina e nella zona Stazione, compresa Piazza Vittorio Emanuele. Non è accettabile adottare due pesi e due misure, consentendo la riapertura di esercizi di somministrazione con orari prolungati in zone dove si sta spostando la movida e quindi gli assembramenti;
– attivare un controllo sistematico della regolarità amministrativa (licenze alla vendita, occupazione degli spazi ecc.) per gli esercenti commerciali delle zone interessate come richiesto al Sindaco dai Comitati cittadini nell’ottobre scorso. Il Coordinamento esprime anche in questo caso soddisfazione per la notizia che il Tar della Toscana ha respinto il ricorso di un minimarket del Lungarno contro la sospensione della licenza disposta dalla Prefettura di Pisa, dopo l’emissione del provvedimento amministrativo da parte della Polizia municipale, per reiterate violazioni della vendita di alcolici fuori orario. Ciò a seguito anche della auspicata collaborazione tra Comune e Prefettura, che ha creato una task force specifica. Ringraziamo quindi la Polizia Municipale, l’Assessore Giovanna Bonanno, il Sindaco e il Prefetto, per questo importante segnale sul fronte della lotta alla illegalità. Non deve essere l’ultimo.
Il principio di fondo di questo nuovo Piano deve essere lo stesso applicato in materia di ambientale: “Chi inquina, paga”. Gli oneri economici che la collettività deve sostenere per ridurre l’impatto di alcune attività commerciali, che alimentano, volenti o nolenti, il fenomeno della malamovida, devono essere sostenuti dagli stessi esercenti: es. pagamento degli Steward, dei servizi igienici, della pulizia, ecc. Occorre quindi una responsabilizzazione degli esercenti commerciali di Piazza Vettovaglie e di altre zone che, se non sono direttamente responsabili di questo fenomeno negativo, lo sono indirettamente, perché a un determinato tipo di business corrisponde una determinata utenza (in altre piazze della nostra città non succede: v. Piazza della Pera). Non deve essere dimenticato che gli esercenti commerciali sono giuridicamente e penalmente responsabili nella misura in cui omettano di intervenire per impedire i comportamenti di disturbo della quiete pubblica realizzati dai propri clienti (come ha stabilito in numerose sentenze la Corte di Cassazione in sede penale).
Per il Coordinamento siamo in presenza, in vaste zone della città, di una lotta per la conquista del territorio, ognuno per far valere le proprie esigenze (utenti movida, spacciatori, esercenti attività commerciali, cittadini residenti).
Pertanto, oltre a definire misure repressive, per superare questa situazione critica occorrono ulteriori ipotesi strategiche e preventive, sul presupposto della responsabilizzazione di tutti gli attori in campo. Il Coordinamento è disponibile ad un confronto diretto con le associazioni di categoria dei commercianti per cercare di risolvere questo conflitto sociale che limita fortemente la qualità della vita cittadina ed ha proposto all’assessore al Commercio Pesciatini di aprire un tavolo.
Il Coordinamento insisterà col Prefetto e col Sindaco sulla necessità che a Pisa venga sottoscritto un “Patto di sicurezza urbana”, che coinvolga le autorità, le istituzioni e gli enti competenti, anche con il contributo degli esercenti privati e dei cittadini residenti, per una civile e pacifica convivenza.