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“La sperimentazione di chiusura del lungomare tutti i giorni dalle 17 e dalle 12 nel fine settimana, in attesa che poi da metà luglio diventi sempre alle 12, è evidentemente fallita. Servono a poco i sondaggi flash tra le poche attività, tutte legate alla ristorazione, che si ritengono soddisfatte. Come servono a poco le foto entusiaste della gente a passeggio la domenica, visto che da sempre in quel giorno il lungomare è chiuso. Basta fare due passi nelle ore di chiusura durante la settimana per capire come la strada percorsa sia sbagliata”. Non hanno certo bisogno di interpretazioni le parole del presidente di Confesercenti Litorale Alessandro Cordoni, con le quali giudica i primi giorni del nuovo provvedimento di chiusura del lungomare. “I fatti testimoniano come la chiusura in questi termini sia profondamente sbagliata – insiste -. E che non abbia una ricaduta positiva su tutte le attività economiche, ma solo su una piccolissima parte. Non bisogna essere certo esperti di mobilità e di flussi turistici per capire che nelle ore più calde della giornata non potranno mai esserci persone a passeggio su quella striscia d’asfalto rovente per la quale ogni progetto di riqualificazione, a cominciare dal nostro con le pedane in legno, giace in qualche cassetto di palazzo Gambacorti”. Secondo Cordoni “una amministrazione comunale lungimirante sa comprendere quando un provvedimento, sicuramente preso con le migliori intenzioni, non ha dato i frutti sperati. E questo in un momento difficilissimo per le attività commerciali che non possono permettersi di perdere nemmeno un euro di incasso dopo il lungo lockdown. Purtroppo la chiusura sta facendo invece ulteriori danni”. Confesercenti Toscana Nord torna poi sulla questione della rappresentatività di coloro che hanno portato avanti la richiesta di chiusura. “Non vogliamo certo ridurre la questione ad una mera conta spicciola tra favorevoli e contrari – spiega Simone Romoli, responsabile area pisana – ma noi siamo abituati a sentire tutte le campane ed a rispondere con i fatti. Fatti che ci dicono, ad esempio, che 20 attività sulle 26 presenti sul lungomare sono contrarie alla chiusura. Ci sono poi arrivate segnalazioni da parte di imprenditori che, pur contrari al provvedimento, hanno trovato la propria firma a corredo della richiesta di chiusura protocollata in Comune. Sarebbe un fatto molto grave sul quale occorre da parte dell’amministrazione comunale una immediata chiarezza”.