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Cna sulla movida a Pisa: “Rafforare azioni anti abusivi, mettere in condizioni le imprese di ripartire”

Anche CNA Pisa ha partecipato alla riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza focalizzato sul centro di Pisa di questa mattina convocato dalla Prefettura. “Lotta serrata agli abusivi ed ai fenomeni criminali, su questo serve un giro di vite” è la posizione espressa da CNA Pisa in una nota che prosegue: “positiva la prosta di Prefettura e Comune di attivare un tavolo permanente che possa seguire l’evolvere della situazione settimana per settimana a partire dal primo incontro di venerdì 6 giugno in Comune. Poi occorre cogliere le opportunità del provvedimento del Comune di Pisa per ampliare spazi all’ aperto di locali bar e ristoranti, ovunque sia possibile, soprattutto per le zone della Movida: Piazza Vettovaglie e P.za S. Omobono, zona Borgo e San Francesco, Duomo. Accolto con senso di responsabilità da parte delle imprese del food and beverage il divieto di asporto per bevande alcoliche, per la difficoltà di distinguere fra i vari casi, anche se dovrebbero poter essere valutate diversamente le posizioni di chi inserisce una bottiglia di vino nel pacco da asporto che contiene una cena, da chi vende solo alcolici senza offrire né servizio di somministrazione, nè servizio al tavolo e tanto meno cibi”.

Inoltre – fa notare Luca Croce, (Skyline American Bar in zona Largo Ciro Menotti) di CNA HORECA – sarebbe opportuno ritoccare l’orario di chiusura, secondo noi posticipare la chiusura anche di poco fino all’una di notte durante la settimana e nel fine settimana magari fino all’una e trenta. Soprattutto dopo la chiusura concedere non mezz’ora, ma almeno un’ora per le pulizie visto anche la riduzione del personale. Infine se è da accogliere con favore la novità degli Steward privati che possono aiutare nel mantenimento delle condizioni di sicurezza non ci si può attendere che a pensarci sia il singolo commerciante quando non ha tempo e personale da gestire l’emergenza. Non ci si devono attendere miracoli da imprese che sono già fortissimamente provate dalla crisi e non hanno risorse da dedicarvi, per cui occorre chiedere uno sforzo in più alle istituzioni per il controllo delle zone calde e per migliorare l’efficacia delle azioni di constato a mala-movida e criminalità.”