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Nel mese di aprile il Comune di Cascina ha intrapreso un programma di interventi sul verde urbano, con numerose potature e abbattimenti di piante.
Ci troviamo, purtroppo, a dover ancora ribadire che tagliando alberi ed arbusti in questo periodo, a meno che non ci siano perizie agrarie che accertino il pericolo della permanenza delle piante, si contravviene alle seguenti norme: Legge nazionale 157/92, LRT 3/1994, LRT 30/2015 art.79 – forme di tutela della fauna e il recente Decreto Ministeriale del 10 marzo 2020, dove viene esplicitato che “gli interventi di potatura devono essere svolti unicamente da personale competente, in periodi che non arrecano danni alla pianta e non creano disturbo all’avifauna nidificante ed effettuati solo nei casi strettamente necessari.”.
Un eclatante intervento ha riguardato il Giardino Botanico, situato tra il fiume Arno e la statale “Tosco Romagnola”, un’area verde completamente distrutta a seguito del taglio di tutte le alberature presenti. La Lipu di Pisa, anche sollecitata dall’attenzione di numerosi cittadini residenti nelle vicinanze, ha deciso di realizzare un dossier, nel quale vengono evidenziate le caratteristiche botaniche e faunistiche dell’area e le numerose attività di educazione ambientale svolte dalla Lipu nel corso degli anni.
Ricordiamo che il Giardino Botanico era un ex vivaio trasformato in giardino pubblico, dove erano presenti circa 80 piante, alcune di notevoli dimensioni, e dove la Lipu nel 1999 realizzò un sentiero natura con l’allestimento di pannelli, nidi artificiali e una mangiatoia per attirare gli uccelli selvatici.
Nel dossier sono illustrati anche i vari fatti succeduti in questo periodo, come il sopralluogo dei Carabinieri Forestali, interpellati da alcuni cittadini residenti e dalla nostra associazione, per denunciare l’accaduto.
La distruzione totale dell’area è un fatto molto grave, sia perché sono state violate numerose normative, riportate nel suddetto dossier, inviato ai Carabinieri Forestali come documentazione per ulteriori indagini, sia per l’assoluta impermeabilità dell’amministrazione comunale nei confronti di cittadini e associazioni.
In più l’associazione ambientalista ha fatto una richiesta formale di accesso agli atti per ottenere informazioni e fonti rispetto ai progetti passati sull’area e su quelli futuri. I tempi di attesa sembrano essere molto lunghi, ma l’associazione e i cittadini attendono risposte.