Come purtroppo ciclicamente accade, invece di arrivare alla chiusura definitiva ed in sicurezza di una discarica come da accordi e protocolli fissati, nel caso specifico quella di Chianni, i gestori chiedono la riapertura ottenendo il permesso dalla Giunta Regionale a guida Enrico Rossi e a trazione PD.
Avendo già ottenuto in passato la possibilità di un ampliamento rispetto al progetto presentato, anche la provvisorietà della riapertura (che comunque prevede il conferimento di circa 270.000 metri cubi di materiale di cui buona parte sotto forma di eternit), una volta ottenuti i permessi, potrebbe essere molto probabilmente derogata nel tempo, come già successo in situazioni analoghe per discariche limitrofe.
Come Associazione “La Rossa” chiediamo che Rossi e il PD facciano marcia indietro e che la Giunta Regionale riveda la sua decisione. Chiediamo che questa riapertura non sia permessa e che in nome di interessi privati la popolazione e l’ambiente dell’Alta Val d’Era non siano sommersi nuovamente da amianto e da altri rifiuti per chissà quanto tempo.
Chiediamo, alle Amministrazioni Comunali, non solo quelle direttamente interessate ma tutte quelle della Valdera, alle istituzioni locali e alla politica in generale, di esprimersi con chiarezza, indipendentemente dai diktat di Partito.
Chiediamo con fermezza di far rispettare il protocollo sottoscritto in passato dalla Regione Toscana insieme alla Provincia di Pisa e ai Comuni di Chianni, Lajatico e Terricciola, non solo impedendo la riapertura, ma facendo anche pressione per far portare a termine alla società Nuova Servizi Ambiente le operazioni di chiusura definitiva in sicurezza del sito de La Grillaia, unico modo perché in futuro non si ripropongano più rischi simili.
La nostra Associazione, insieme a tutti i contrari a questa nuova apertura, cittadini e cittadine, comitati, movimenti, altre associazioni, si impegnerà in tutte le forme possibili affinchè i permessi siano revocati e si possa tornare a parlare di chiusura definitiva in sicurezza.
Ne va della Valdera, ne va del nostro territorio, ne va del nostro futuro.