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L’assessore all’ambiente del Comune di Pisa Filippo Bedini, annuncia la ripresa dei lavori di cancellazione delle scritte vandaliche apparse di notte su muri di palazzi storici, monumenti, marciapiedi, strade e arredi urbani lo scorso 8 marzo.
In quell’occasione scritte con vernici con varie diciture e di vari colori su intonaci, coperture in pietra, lastricati e raccoglitori di rifiuti furono rinvenute, in gran quantità, nelle vie e piazze del centro storico: Ponte di Mezzo e piazza Gambacorti, Via San Martino ed angoli vie adducenti, Piazza Toniolo e Piazza Guerrazzi, Viale Bonaini, Viale Gramsci, Corso Italia, Largo Ciro Menotti e Piazza delle Vettovaglie.
La stima provvisoria dei danni fu fatta a partire dal confronto con le spese sostenute dal Comune in occasione del raid vandalico seguito allo sgombero del Galeone occupato che si verificò nel luglio dello scorso anno. In quell’occasione furono spesi quasi 15 mila euro per un numero di scritte cancellate molto inferiore a quello attuale, che ammonta a circa 300 sfregi e che sarà conteggiato e reso noto una volta terminati i lavori.
«Da lunedì 4 maggio – spiega l’assessore all’Ambiente Filippo Bedini – abbiamo ripreso a cancellare le oltre 300 scritte che hanno sfregiato il volto di Pisa in occasione dell’8 marzo, frutto di quell’atto vandalico che rappresenta ancora una ferita aperta per la città. Noi avevamo cominciato subito la mattina del 9 marzo ma, purtroppo, il lockdown ha impedito alla restauratrice incaricata e a chi interviene per la cancellazione di lavorare, poiché i loro codici ATECO non prevedevano la possibilità di svolgere questo tipo di interventi. Abbiamo ripreso e rilanceremo, anche grazie alla delibera di Giunta approvata lo scorso febbraio, con un programma che prevede la cancellazione delle scritte storiche, direi quasi preistoriche, che sono in città da 20-30 anni per restituire al centro storico – e via via agli altri quartieri – il decoro che meritano e per favorire l’eliminazione della cattiva abitudine, pratica ignobile, delle scritte e delle affissioni abusive»