Physical Address

304 North Cardinal St.
Dorchester Center, MA 02124

Grido di allarme degli ambulanti pisani: Palermo: ” Siamo diventati invisibili”

Alzano la voce gli ambulanti pisani, attraverso un comunicato che vi proponiamo integralmente per bocca del presidente della Fiva Franco Palermo denunciano di essere stati dimenticati, chiedendo quanto prima di tornare a lavoro. Di seguito ecco la nota:

“Primo maggio festa dei senza lavoro, mai avremmo immaginato di vivere in un simile incubo”. E’ amareggiato e furioso Franco Palermo, storico ambulante, presidente della Fiva ConfcommercioPisa: “Siamo gente che si alza tutti i giorni alle cinque per andare a lavorare ovunque nei mercati e da due mesi a questa parte ci hanno messo in soffitta o congelato in freezer. Siamo diventati invisibili, si parla di tutto e di tutti meno che di noi, tanto che siamo scomparsi anche dall’ultimo decreto del Governo. Ma noi non siamo invisibili e vogliamo tornare a lavorare. Dire la salute prima di tutto non vuol dire far lavorare la grande distribuzione in regime di monopolio assoluto. Partiamo con tutte le garanzie, siamo capaci di adottare i protocolli di sicurezza necessari, ma se qualcuno pensa che noi ambulanti possiamo essere cancellati per decreto sbaglia indirizzo. Se le nostre aziende cominciano a fallire, se non sappiamo più come sfamare le nostre famiglie si rischia seriamente di innescare una bomba sociale. La merce acquistata lo scorso autunno è ancora stipata nei nostri camion e magazzini e adesso ci chiedono anche di cominciare a pagare” – aggiunge il rappresentante degli ambulanti pisani: “Giugno, con tutte le scadenze fiscali, è dietro l’angolo e noi da mesi non incassiamo un centesimo. Abbiamo urgenza e necessità che vengano azzerati i tributi per l’occupazione di suolo pubblico e per la tassa sui rifiuti. E’ un paradosso: siamo chiusi e paghiamo le tasse. Contributi una tantum come i seicento euro sono irrisori, la categoria ha urgente bisogno di sostegni a fondo perduto e liquidità, perché siamo in ginocchio e la situazione di tanti operatori è sempre più grave”.

Le imprese come le nostre non sono strutturate sul piano economico per vivere ancora in queste condizioni. Per questo, con l’inizio della fase 2, è necessario riaprire anche i mercati con tutte le prescrizioni e le precauzioni necessarie. Il nostro lavoro si svolge all’aria aperta e con regole chiare e protocolli condivisi con le amministrazioni comunali possiamo dimostrare sul campo e con i fatti che i nostri mercati saranno sicuri”.

Il commercio ambulante su aree pubbliche rappresenta il 22% della distribuzione nazionale e se i mercati non riaprono in tempi brevi si calcola che chiuderanno 60 mila imprese e si perderanno 10 miliardi di euro. Una tragedia nella tragedia” – conferma il coordinatore sindacale Alessio Giovarruscio – “che a livello provinciale si traduce nella possibile chiusura di 700 aziende familiari sulle circa 2 mila attualmente registrate e la perdita di oltre 100 milioni di euro”.