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“Siamo certi che la riapertura sia ormai vicina per tutti, ma rimangono tutti i dubbi sono su quante attività riusciranno davvero a ripartire. Nella speranza che almeno una parte di clientela ci possa ancora essere. Chiediamo pubblicamente regole certe e omogenee sul territorio come abbiamo già fatto inoltrando le nostre valutazioni e richieste a tutti gli enti locali del territorio provinciale” così si apre una nota della CNA di Pisa, che prosegue: “ai comuni chiediamo un atto di coraggio, ora è possibile secondo le anticipazioni dell’ultimo Dpcm, abolire tasse su suolo pubblico e adottare altri tagli. E poi serve una lotta serrata all’abusivismo e al lavoro nero. Tutta la vasta economa legata al turismo ed alla ricettività, trasporto persone compreso, rischia infatti di scomparire sotto l’onda del Covid19 ed ancor più per l’effetto delle nuove regole in arrivo che schizzano fuori come schegge impazzite da organismi presuntamente tecnici che tutto valutano fuorché le compatibilità economiche. Ma se non si vuole davvero dare il colpo di grazia a tantissime attività, occorrono almeno soluzioni da poter applicare in chiave locale in modo mirato ed intelligente e individuare tutto ciò che, alla luce delle linee guida diramate a livello nazionale, risulterà indispensabile per migliorare agibilità e capienze: gli spazi all’aperto, soprattutto. Secondo le nostre valutazioni infatti non ci sarà apertura possibile per gli stabilimenti balneari e le attività di ristorazione e bar se il Governo adotterà i criteri individuati dall’Inail e dall’Istituto Superiore di Sanità per il contenimento del Covid-19. Si tratta di condizioni insostenibili e molto più restrittive rispetto a qualsiasi altro ambito della vita sociale e la CNA lo ha sottolineato nel corso del confronto tenuto a livello nazionale. Idem per il trasporto pubblico (bus taxi e ncc ) che fra ridotta capienza e mancanza di turisti hanno visto crollare il lavoro e non si sono ancora concretizzate le aperture sul potenziamento del TPL. Per la parte ristorazione, ad esempio, la maggiore criticità riguarda il distanziamento: prevedere uno spazio di 4 metri quadrati per ciascun cliente, con una distanza fra i tavoli non inferiore ai 2 metri, significa condannare senz’appello l’intera categoria e unica soluzione è aumentare gli spazi ove possibile, cioè all’aperto. E l’auspicio è che le procedure siano snelle e rapide come risposte, tempo da perdere non ce n’è.
Le proposte CNA Pisa a Comuni ed Enti locali:
– concessione in forma gratuita, del titolo di occupazione del suolo pubblico per bar ristoranti e pizzerie al momento della loro ripresa visto che saranno gli unici spazi disponibili per accogliere i clienti:
– annullamento fino al 31.12.2020 di tutte le tasse locali che gravano sulla attività (TARI, TASI, IMU, CIMP, TOSAP…) almeno in proporzione dei mesi di chiusura e all’ attuale ridotta, capacità produttiva;
– riduzione/azzeramento dell’IMU per i locali commerciali, alberghieri ed extra-alberghieri e almeno proporzionale per le attività produttive;
– i Comuni si facciano mediatori tra proprietari e gestori di Attività produttive, commerciali, ricettività, ristorazione, alimentari e professionali per trovare il modo, con incentivi o altri vantaggi, di andare loro incontro accettando rinvii, rateizzazioni o dilazione dei pagamenti per non mettere ulteriormente in crisi le categorie professionali che in questo periodo non hanno possibilità di entrata.