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Quello attuale è un momento molto difficile per tutti e tutte, ma per qualcuno di più.
Chi già viveva la crisi economica e sociale si trova adesso a dover fronteggiare i problemi creati dalla pandemia con pochissimi mezzi. Le case sovraffollate e carenti in ristrutturazione, le difficoltà di accesso ai servizi essenziali per adulti e minorenni, la precarietà di lavori saltuari e mal retribuiti sono soltanto alcune delle criticità che, per le famiglie più povere, si sono amplificate e sovrapposte l’una all’altra, giorno dopo giorno.
A rimetterci, in prima linea, sono stati i bambini e le bambine, soprattutto sul fronte delle attività scolastiche che, diventate improvvisamente tutte digitali, hanno fatto emergere molto più nitide le disuguaglianze di accesso alla formazione preesistenti, interne a un assetto sociale che si è dimostrato spesso incapace di includere e valorizzare la diversità. Recentemente si è parlato di tale fenomeno in termini di digital divide per riferirsi alla linea di demarcazione istituita dal digitale tra “chi può” e “chi non può”.
Probabilmente in tanti, oggi, si saranno resi conto di quanto una buona connessione internet possa fare la differenza per le lezioni online; di quanto siano fondamentali pc e tablet, con la complessità di gestirli con altri fratelli e sorelle o con i genitori a casa in smart working, “se tutto va bene”.
“Se tutto va bene” perché, per chi vive di artigianato, traslochi, pulizie domestiche, raccolta di metalli, oppure è disoccupato, niente di tutto questo è possibile e anche il tema del lavoro, che si interseca con quello scolastico, torna centrale.
Sappiamo che tante e tanti insegnanti si stanno adoperando al massimo per sopperire a tutte le necessità della didattica online, che molti Istituti Comprensivi cercano soluzioni flessibili e talvolta fantasiose pur di assicurare in qualche modo la frequenza ai propri studenti e ci auguriamo che vengano attivate tutte le misure per far sì che alla riapertura, coloro che già riversavano in una condizione di fragilità, non siano ulteriormente svantaggiati.
Chiediamo ai Comuni della Zona Pisana che vengano messe in atto tutte le misure necessarie, in completa sicurezza, per garantire il pieno accesso alla didattica attraverso:
una rilevazione, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, delle situazioni di difficoltà, con particolare riferimento alla valutazione della sussistenza delle condizioni materiali per proseguire nello studio a casa;
l’attivazione di interventi di accompagnamento delle famiglie più vulnerabili all’accesso alle misure di sostegno preposte dal Decreto Cura Italia;
la dotazione alle famiglie in difficoltà di un pacchetto di agevolazioni tali da consentire la connessione ad una rete internet tramite WI-FI gratuite o la fornitura di connessioni funzionanti, e la possibilità di avvalersi di consulenze tecniche per risolvere i problemi informatici;
se questo non risulta possibile l’attivazione di percorsi che permettano ai bambini di ricevere correttamente i compiti da fare a casa o, ove questo non sia sufficiente, si possano attivare sostegni educativi domiciliari o utilizzare a fini didattici spazi aperti in cui il pericolo di trasmissione dei contagi possa essere tenuto sotto controllo (per esempio in parchi pubblici o nei giardini degli edifici scolastici);
la previsione di programmi personalizzati e condivisi con il mondo della scuola per contenere la dispersione scolastica, che rischia di aumentare in modo esponenziale con le attuali modalità di gestione della didattica;
la previsione di attività educative, anche estive, di sostegno e di socializzazione, nel rispetto delle norme relative al contenimento dell’emergenza epidemiologica.
Associazioni Firmatarie
Articolo34
Scuola Mondo San Giuliano
Arciragazzi Pisa
Movimento Cooperazione Educativa- Gruppo Territoriale di Pisa
Un Ponte Per- Comitato Toscano
Fratelli dell’Uomo Sezione Toscana
Orcotondo
Pinkriot
Aied
Nuovo Maschile
Rete Educare alle differenze
Casa della Donna