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“Ci uniamo con convinzione all’appello del sindaco Michele Conti alla Fondazione Pisa affinché questa aiuti l’economia del nostro territorio e accogliamo positivamente le parole del prefetto di Pisa Giuseppe Castaldo che ha invitato tutti, nessuno escluso, a fare squadra per sostenere famiglie e imprese”.
A parlare è il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli: “In un periodo di guerra sanitaria ed economica conclamata come quella del Covid-19, le cautele burocratiche e i codicilli statutari non possono diventare un ostacolo serio per girare le spalle ai bisogni del territorio. La Fondazione gestisce un patrimonio milionario, frutto dei risparmi, del lavoro e dei sacrifici di anni, delle migliaia di famiglie e imprese pisane. Crediamo che sia opportuno oltre che necessario, che una parte significativa di questi soldi venga proficuamente investita a risollevare l’economia locale con iniezioni di liquidità fresca, e a sostenere i consumi delle tante famiglie in difficoltà”.
“Il momento è assolutamente inedito e straordinario, e per questo rinnoviamo l’invito ai vertici della Fondazione Pisa a uscire dal castello e a guardare la realtà sottostante che li circonda. La Fondazione gestisce i risparmi accumulati nei decenni di cittadini e imprenditori pisani che oggi hanno un drammatico e urgente bisogno di aiuto, in un contesto in cui le esigenze dell’emergenza sono tantissime” – continua il direttore che aggiunge: “Nella scelta tra investire in operazioni di finanza come quella di BancaSistema per acquistare ProntoPegno oppure sostenere finanziariamente le imprese e le famiglie in difficoltà del territorio, direi che non possono esserci dubbi di alcun tipo, neppure statuariamente parlando”.
“Tutti debbono fare la propria parte con grande senso di responsabilità” – conclude Pieragnoli: “Il risiko sulle nuove nomine della Fondazione non ci riguarda in alcun modo e non fa parte del dibattito che ci interessa. Troviamo invece ottima la proposta di un contributo a fondo perduto per le micro e piccole imprese pisane che oggi rischiano di non riaprire, con conseguenze facilmente prevedibili in termini di occupazione e disagio sociale. E tra operazioni di alta finanza e territorio scegliamo risolutamente quest’ultimo”.