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050.561628. E’ il numero del Telefono Donna del Centro antiviolenza gestito da Casa della Donna in convenzione con la Società della Salute della Zona Pisana. E’ attivo il lunedì, mercoledì venerdi e sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 e il martedì e il giovedì dalle 10 alle 18 ma le segreteria telefonica è in funzione h24. Una risorsa importante in questi giorni di convivenza forzata, in cui gli episodi di violenza nei confronti delle donne rischiano, purtroppo, di aumentare. “Abbiamo attivato già sei percorsi di codice rosa nel mese di marzo e ben tre in questi primi giorni di aprile mentre le donne che hanno contattato il telefono donna dal 2 marzo al 5 aprile sono state 35– dice la Presidente della SdS Pisana Gianna Gambaccini-: rinnovo quindi, con forza, l’invito a contattare il telefono rosa senza esitazioni dato che in seguito alla chiamata la donna in pericolo, da sola o con i propri figli, potrà essere immediatamente trasferita in una struttura con indirizzo segreto e presa in carico da un’equipe multiprofessionale o ad essere sostenuta da un idoneo spazio di ascolto”. Si può accedere al percorso Codice Rosa anche contattando le forze dell’ordine, recandosi al pronto soccorso o contattando i servizi sociali.
Il gruppo di lavoro della SdS Pisana è composto da un’assistente sociale dedicato, una psicologa del consultorio e un’amministrativa e consente di coordinare i percorsi nelle varie fasi della presa in carico che includono, oltre al telefono rosa e alla casa rifugio (entrambe gestite dall’associazione Casa della Donna) anche l’accoglienza in emergenza (gestita dall’associazione Donne in Movimento), la convivenza guidata e la casa di seconda accoglienza (tutti e due curati dalla Cooperativa Arnera). Per l’uomo maltrattante, invece, è previsto l’intervento dell’Associazione “Nuovo Maschile”.
“In questo momento di emergenza per la diffusione del Coronavirus purtroppo non vengono meno episodi di violenza domestica – sottolinea Raffaella Bonsangue, vicesindaco di Pisa con delega alle pari opportunità –.La diminuzione delle denunce non corrisponde verosimilmente alla diminuzione degli abusi e dei maltrattamenti, poiché la permanenza obbligatoria nelle proprie abitazioni rende più difficile per le donne denunciare le sopraffazioni di cui potrebbero essere vittime. Oltre al servizio della Società della Salute, ricordo che sono anche altri gli strumenti a disposizione delle donne in difficoltà, fra cui il numero nazionale 1522 oppure l’app youpol della Polizia di Stato da scaricare sugli smartphone e utilizzare per fare una denuncia senza uscire di casa“.