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Uniti per Calci, Sbrana: “Con il controllo del vicinato persa una grande occasione per la nostra comunità”

Ancora una volta la maggioranza ha bocciato una nostra mozione con motivazioni assolutamente sterili” fa sapere Serena Sbrana capogruppo di Uniti per Calci. “Avevamo proposto l’adesione di Calci al protocollo, predisposto dalla Prefettura di Pisa e già sottoscritto da numerosi comuni, che prevede il controllo del vicinato, contribuendo così a innalzare gli standard di sicurezza attraverso una partecipazione attiva dei cittadini. Questi, prestando attenzione a ciò che accade dove vivono, nella loro strada o nel loro condominio, concorrono alla prevenzione e al controllo del territorio per evitare che i reati si consumino. Il progetto è volto a sviluppare la collaborazione tra vicini e creare un canale di comunicazione per scambiare velocemente informazioni, soprattutto a favore dei soggetti più vulnerabili. Non si tratta assolutamente di sostituirsi alle forze dell’ordine, ma di rafforzare la collaborazione tra queste e i cittadini, attraverso un referente che fa da anello di congiunzione.

Dovunque il progetto è partito, è stato molto apprezzato e ha già dato risultati concreti” insiste la Sbrana “ma a Calci la maggioranza di sinistra ritiene che non serva, sia perché c’è la videosorveglianza, sia perché, essendo quella calcesana una comunità molto unita, i cittadini si avvisano da soli“. Eppure la Regione e l’ANCI, di cui fa parte anche il nostro Comune, hanno proprio rilevato che questa esperienza può nascere e funzionare soprattutto in aree dove il senso di comunità è molto forte. La Sbrana continua dunque: “Calci sarebbe stata la tipica realtà da controllo di vicinato. Inoltre il sistema di videosorveglianza entra in gioco quando il reato è già stato commesso (le immagini sono registrate) e non copre numerose zone del comune, per esempio le frazioni”.

Invece il controllo di vicinato è immediato, gira su Whatsapp e i cittadini conoscono in  tempo reale situazione di pericolo. “Inoltre, visto che a Calci esiste già una piccola rete (non strutturata) di avviso tra i cittadini via Whatsapp e Facebook” domanda ancora la Sbrana “perché non istituzionalizzarla rendendola più efficace? Un passo è già stato fatto, ma manca l’anello di congiunzione con le forze dell’ordine, che solo con il controllo di vicinato si sarebbe potuto avere”. Tra l’altro la capogruppo della maggioranza Meneghini, neanche un mese fa, aveva dichiarato che “sicurezza vuol dire attivare tutte quelle politiche che rendono la comunità coesa e solidale, riempire la piazza con iniziative, guardarsi in faccia e salutarsi con il sorriso. La comunità è sentirsi parte integrante e attiva della società in cui viviamo”.

“Ebbene” dice la Sbrana “con il controllo di vicinato avremmo proprio garantito la sicurezza rafforzando il senso di solidarietà. Invece grazie alla sinistra” conclude con amara ironia “per la nostra sicurezza non ci rimane che seguire il loro consiglio: andare in giro, guardarci in faccia e salutarci con un sorriso“.

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