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Sfondato il muro dei 3miliardi per l’export pisano 2019

Per il commercio internazionale il 2019 è stato un anno di crescita molto contenuta: secondo i dati del Fondo Monetario, ha registrato un modesto +1% in termini reali, dopo il +3,7% che aveva toccato nel 2018.
L’analisi dei dati Istat sulle esportazioni 2019, conferma il rallentamento del commercio estero italiano che, grazie soprattutto alla spinta offerta dalla farmaceutica, prodotti energetici, agroalimentare e moda, segna un +2,3% in termini nominali dopo il +3,6% del 2018.
La Toscana, secondo i dati diffusi oggi dalla Camera di Commercio di Pisa, mette a segno la crescita più consistente (+15,6%), il più alto tra le regioni d’Italia, contribuendo ben per 1,9 punti percentuali (sui 2,3 totali) alla crescita tendenziale dell’export nazionale. Il risultato è per un terzo imputabile alla vendita di metalli della provincia di Arezzo (verosimilmente oro, diretto in Svizzera), ma anche dei contributi notevoli forniti dagli articoli in pelle e di abbigliamento di Firenze e della meccanica di Massa Carrara.
Pisa, con oltre 3miliardi di euro di controvalore, raggiunge nel 2019 il livello di export più elevato dal lontano 2007, quando ci fu l’ultimo picco prima della grande crisi finanziaria, ed il secondo miglior risultato degli ultimi trent’anni.
Allo sviluppo dell’export pisano (+3,3%), contribuiscono alcuni settori tradizionali come la meccanica ed i cicli-motocicli cui si associano la farmaceutica e le bevande (queste ultime, prevalentemente vino, compiono un balzo del +25%) mentre arretrano il cuoio, le calzature, i mobili ed i metalli.
Considerando i diversi paesi di destinazione, crescono le vendite delle merci pisane dirette in Germania, Francia, Spagna, Cina, Austria e Regno Unito, mentre arretra l’export diretto negli Stati Uniti, Svizzera, Hong Kong, Paesi Bassi e Polonia.

Balzo in avanti per meccanica, motocicli, farmaceutica e vino. Frenano cuoio e calzature
Sul podio dell’export pisano 2019 troviamo la meccanica che grazie ad un +18,8% fornisce un contributo alla crescita di +3,19 punti percentuali. Scendendo tra i diversi sotto-settori meccanici, il risultato migliore è quello delle macchine di impiego generale (motori e turbine, apparecchiature fluidodinamiche, pompe, compressori, valvole, ecc., +30,3%) e alle altre macchine per impieghi generali (forni, macchine per il sollevamento, utensili portatili a motore, refrigeratori non domestici, ecc., +18,5%) mentre perdono terreno le vendite di macchine per la formatura dei metalli (-25,7%), le macchine per l’agricoltura (-11,4%) e le altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche per l’industria, -8,5%).
L’export di cicli e motocicli, dopo la flessione del 2018 (-1,7%), torna a crescere di un discreto +6,6% pari a oltre 35 milioni di euro in più ed un contributo alla crescita di 1,2 punti percentuali. A far crescere le vendite all’estero di motocicli contribuiscono Germania (+15,1%), Francia (+13,2%), Spagna (+9,9%), Austria (+11,6%), Stati Uniti (+7,2%) e Svizzera (+11,6%). Numeri negativi, invece, per i Paesi Bassi (-30,8%). Buono, nel 2019, anche il risultato della farmaceutica pisana che un +33,6% fornisce una spinta di 0,88 punti percentuali grazie agli ottimi risultati conseguiti, tra gli altri, in Austria (+45,1%), Spagna (+15,1%) ed Emirati Arabi Uniti (nuovo mercato che vale oltre un milione di euro), Grecia e Libia. Praticamente azzerato, invece, l’export di medicinali diretto negli USA. Molto consistente (+25,1%) la crescita dell’export di bevande pisane (soprattutto vino): quasi triplicate le vendite in Giappone (che si avvicinano ai 4milioni di euro), +10,6% quelle dirette negli USA, +45,3% quelle destinate alla Germania, aumentato di sette volte l’export diretto a Singapore ed in Romania. Interessante il +14,9% registrato dell’export di vino diretto in Francia. Crescono anche le e vendite di prodotti in vetro (+4,4%), utensili (+3,7%) e altri prodotti chimici (+1,7%).
Anno negativo, invece, per la filiera della moda. I dati Istat sull’export pisano evidenziano come il cuoio, dopo la flessione del 2018, arretri di un ulteriore 8,3% spiegando ben -1,93 punti sui +3,26 della crescita complessiva dell’export pisano. Il cuoio del distretto cede molti punti in Svizzera (-45,6%), Hong Kong (-29,7%), Francia (-6,8%), Spagna (-8,1%) e Vietnam (-4,4%) mentre raddoppia nelle Filippine e cresce in Corea del Sud, Tunisia e Polonia. Passo indietro anche per le calzature (-16,4%) a causa delle flessioni registrate in Svizzera (-59,2%), Stati Uniti (-9%), Spagna (-49,5%) e Giappone (-17,3%). Crescite consistenti, ma non sufficienti per controbilanciare la situazione, per Regno Unito, Danimarca, Germania ed Emirati Arabi Uniti. Passo indietro anche per l’export di prodotti di abbigliamento (-2,3%). Tra i settori più rilevanti della provincia contrazioni interessano i mobili (-5,3%) a causa della caduta delle vendite dirette in Russia (-17,4%), Cina (-16,1%), Panama, Repubblica Dominicana e Arabia Saudita. Arretrano i metalli non ferrosi (-14,1%) e, in maniera più contenuta, i prodotti chimici di base (-0,5%).

La Germania si conferma primo partner commerciale
La Germania, grazie ad un balzo dell’11,8%, che la porta a superare i 400milioni di euro di controvalore in un anno, si conferma primo paese di destinazione delle esportazioni pisane. A crescere sono soprattutto i mezzi di trasporto, seguiti dalla meccanica, i prodotti in plastica, chimici, bevande e i mobili. La Francia, con un +7,4%, mantiene la seconda posizione grazie alla meccanica, cicli e motocicli, abbigliamento, pelli grezze e chimica di base. In calo, invece, il cuoio lavorato diretto oltralpe. La Spagna (+13,2%) cresce quasi esclusivamente grazie alla meccanica e ai mezzi di trasporto. L’export diretto in Cina mette a segno un +25% (forse riconducibile al rapporto burrascoso con Hong Kong) grazie alla crescita della meccanica, dei prodotti in vetro e delle armi e munizioni. Buona anche la performance di altri paesi europei come Austria (+21,3%, grazie alla farmaceutica), Regno Unito (+14,1%), Grecia (+9,6%), Corea del Sud (+9%), Vietnam (+2,6%) e Romania (+0,5%).
Il paese che segna la flessione più consistente, a causa del crollo delle vendite del sistema moda che comprende cuoio, calzature e abbigliamento è la Svizzera -34,2% (-1,21 il contributo alla crescita). Contrazione anche per le vendite negli Stati Uniti (-2,5%) anche in questo caso a causa della caduta di cuoio e calzature, cui si aggiunge quella della meccanica. Perdono terreno anche Hong Kong (-20,4%, a causa del cuoio), Polonia (-15,8%), Paesi Bassi (-7,5%), Portogallo (-2,1%), Belgio (-0,6%) e Giappone (-0,4%).

Il punto di vista del Presidente della Camera di Commercio di Pisa, Valter Tamburini
“In un momento di grande difficoltà, prima sanitaria ma, dopo il fermo dei principali sistemi produttivi provinciali (concia e automotive), anche economica, che stiamo vivendo in questi giorni, lascia l’amaro in bocca constatare come i dati sull’export pisano avevano permesso alla provincia di toccare nel 2019 un nuovo record. Ancora più forte ci viene la sfida a ripartire, nonappena l’emerenza sanitaria sarà passata!
Nell’immediato, ci preme ribadire che le imprese possono già contare sull’utilizzo dei servizi on line della Camera di Commercio, che non si è mai fermata e che continua ad operare da remoto, erogando i servizi indifferibili in presenza, come certificati d’origine e carte tachigrafiche e di firma digitale, vidimazione registri, su appuntamento per evitare gli assembramenti.
La Camera, inoltre, è pronta ad integrare le misure del Governo in sostegno alle imprese: oltre 2,3 milioni di euro sono a disposizione per la politica di sostegno territoriale, in primo luogo per rilanciare la destinazione turistica, ma non solo. Insomma, nel mezzo a queste difficoltà, vogliamo fare del nostro meglio per supportare il sistema economico provinciale, Pisa non si ferma.”