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San Giuliano Terme, la maggioranza contesta Geofor e il sistema di gestione dei rifiuti

Lo scorso 30 dicembre si è discussa l’approvazione del bilancio di previsione 2020-2022 nel comune termale. A tenere banco la maggioranza con la presentazione di un ordine del giorno sul tema dei rifiuti e della TaRi. In Consiglio Comunale interviene Gambini (Lega) in qualità di vicepresidente di Geofor S.p.A. Gambini, noto esponente leghista, già consigliere comunale a San Giuliano Terme, fu revocato dalla carica per incompatibilità con la vicepresidenza.
Gambini interviene in favore del lavoro svolto dalla società ed elogia il percorso fatto col bando di gara per il nuovo appalto dei rifiuti, poi annullato il 16 dicembre perchè arrivata un’unica offerta. La soluzione di Geofor, dipinta come miracolo da Gambini, diviene l’internalizzazione forzata dei dipendenti delle aziende AVR S.p.A., ATI Soc. Coop. a r.l. e GeECO s.r.l. per scongiurare l’interruzione del servizio dal 1° gennaio 2020.
La maggioranza non ci sta e, seppur valutando positivamente sul piano politico la decisione di internalizzare il personale in Geofor S.p.A. e rivendicandone il proprio impegno politico di sensibilizzazione, smaschera Gambini e mette all’angolo la Lega.

L’internalizzazione è l’estrema ratio di Geofor che, mesi fa, non ha sentito ragioni in merito e ha dovuto capitolare all’apertura dell’unica offerta economica pervenuta. Una gestione fallimentare, il bando non ha attirato aziende, si vuole riorganizzare un servizio in quindici giorni si presenta un PTE con aumenti del 3,8% che manca di trasparenza nella formulazione dei costi con aumenti che ricadono sui cittadini senza una chiara dimostrazione. Senza una organizzazione seria, dal 1° gennaio aumenteranno i disservizi. E chi paga? Sempre i cittadini“.
Chiediamo maggiore qualità del servizio e di tornare in Consiglio comunale con un nuovo Piano Tecnico Economico trasparente sospendendo la bollettazione della Tari. La gestione diretta del servizio di raccolta deve restituire ai cittadini gli utili che avrebbe avuto l’impresa appaltatrice“.
I consiglieri leghisti assistono senza quasi intervenire, Gambini ha dato il dictat di votare contro e, al momento della votazione, escono dall’aula abdicando al loro ruolo con la motivazione di non avere tempo per leggere il documento. Una mozione d’ordine della maggioranza sospende il Consiglio a oltranza per dare il tempo alla Lega di valutare ed esprimersi. Inizia il caos.
Dopo una lunga attesa fatta di forti discussioni tra loro, si assiste alla deflagrazione del gruppo della Lega, che si spacca in due: Bianchi vota contro; Pucci, Marmeggi, Taccini, Marzaro e Boggi si astengono votando di fatto con la maggioranza. Gambini sprofonda. È stato sfiduciato dal suo gruppo politico sia come leader sia come rappresentante di Geofor, dichiarando con chiarezza che “Gambini non è Geofor“.