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La Giunta comunale di San Giuliano Terme ha approvato all’unanimità l’adesione al Manifesto della comunicazione non ostile promosso dall’associazione no-profit Parole O_Stili, che ha l’obiettivo di responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile.
Il Manifesto è stato sottoscritto anche dal sindaco Sergio Di Maio.
“Mettiamo molta cura nella comunicazione – spiega il primo cittadino -, che sia politica o istituzionale. Il rispetto per chi la pensa diversamente è fondamentale, e noi amministratori locali dobbiamo dare il buon esempio, sia contrastando l’odio e chi attorno ad esso ha legato la propria esistenza politica, sia sapendo governare anche il dissenso, che è la cosa più difficile. La nettezza di un’opinione non deve mai umiliare chi ne ha una di segno opposto, le parole sono importanti e non lo intendiamo solo come uno slogan. Sono felice che quest’adesione sia stata condivisa anche dalla mia Giunta“.
Il Manifesto della comunicazione non ostile per la politica si trova online: https://paroleostili.it/cambiostile/ .
Questa la descrizione:
“Il Manifesto della comunicazione non ostile per la politica è un impegno spontaneo e personale preso da politici e amministratori locali affinché il dibattito sia concentrato su contenuti e idee orientati al bene comune, attraverso un linguaggio rispettoso e non ostile, evitando che la rete possa diventare una zona franca dove tutto è permesso ed educando invece alla responsabilità le community di riferimento.
Un’applicazione pragmatica sui toni e lo stile da adottare durante i confronti e i dibattiti con gli avversari, siano essi online oppure offline”.
L’hashtag dedicato alla diffusione web è: #StileComune.
Il Manifesto della comunicazione non ostile si articola in dieci punti.
1) Virtuale è reale
So che la comunicazione è parte integrante della mia azione politica, orientata al bene comune. Dunque mi assumo sempre la responsabilità di ciò che comunico, sia online sia offline. Non considero o uso la Rete come zona franca in cui tutto è permesso.
2) Si è ciò che si comunica
La mia comunicazione mi definisce. Faccio sempre in modo che ciò che comunico e ciò che viene comunicato per mio conto sia rispettabile, così come io sono rispettabile in quanto persona che agisce politicamente.
3) Le parole danno forma al pensiero
Sono intellettualmente onesto. Definisco al meglio le mie idee e le mie intenzioni. Non approfitto dei media e della loro brevità per diffondere messaggi attraenti ma offensivi o infondati. Rispetto l’intelligenza di chi mi ascolta.
4) Prima di parlare bisogna ascoltare
Prendo in considerazione gli argomenti dei miei interlocutori anche se non li condivido. Non li interrompo. Non deformo le loro parole per controbattere meglio. Preferisco il dialogo e il serrato confronto delle idee al monologo.
5) Le parole sono un ponte
Credo nella forza delle mie idee e nel potere delle mie parole. Al mio interlocutore, che sia un avversario politico o gli elettori, offro i miei argomenti e la mia passione per dialogare e per convincere, mai per annientare.
6) Le parole hanno conseguenze
Credo che il dibattito pubblico, anche se aspro, debba essere un momento di crescita per tutti. Come persona pubblica, sono consapevole che tutto ciò che dico lascia un segno in molti. Prima di fare un’affermazione, penso alle conseguenze.
7) Condividere è una responsabilità
Quanto condivido in Rete si riflette sulla mia credibilità personale. Non produco, diffondo o promuovo notizie, informazioni e dati che so essere falsi, manipolati o fuorvianti. Evito che anche chi comunica per mio conto lo faccia. Educo alla responsabilità le community che mi sostengono.
8) Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Mi batto per me mie idee e contrasto quelle che ritengo sbagliate, ma lo faccio portando sempre il confronto sul piano dei contenuti. Rispetto il mio interlocutore e la sua sfera personale, non lo derido, non gli attribuisco affermazioni che non ha mai fatto.
9) Gli insulti non sono argomenti
Machiavelli scrive che gli uomini offendono o per paura o per odio. Sono consapevole che gli insulti siano umilianti sia per chi li riceve, sia per chi li fa: per questo non insulto e non rispondo agli insulti, e mi impegno a migliorare il mio Paese cominciando a migliorare il livello del dibattito pubblico.
10) Anche il silenzio comunica
Non parlo solo per occupare spazio o sottrarre spazio ai miei avversari. Quando parlo, faccio discorsi rilevanti, che hanno un peso e un significato. Quando taccio, anche il mio silenzio ha un peso e un significato.