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E’ il dottor Raffaele Bonsignori, classe 1994, originario di Busto Arsizio e attualmente impegnato in un tirocinio post-curriculare allo Studio agronomico-paesaggista Laura Gatti a Milano, il vincitore della seconda edizione del premio di studio istituito dall’Università di Pisa su proposta del Comune di San Miniato e intitolato alla memoria di Gino Melani. A consegnare il premio sono stati, durante una cerimonia in Palazzo Comunale, il sindaco di San Miniato Simone Giglioli, l’assessore ai lavori pubblici e all’ambiente Marzia Fattori, la professoressa Cristina Nali presidente del corso di laurea magistrale in progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio dell’Università di Pisa e il professor Giacomo Lorenzini docente di patologia vegetale del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, Università di Pisa. Presente anche la sorella, Elena Melani, insieme ai familiari.
Il premio da 1.200 euro, messi a disposizione dal Comune di San Miniato, è una borsa di studio che ha come obiettivo quello di ricordare la figura dell’ex dipendente, prematuramente scomparso il 2 luglio 2017. “Gino era molto conosciuto nella nostra città, specialmente in Valdegola – spiegano il sindaco Giglioli e l’assessore Fattori -. Per tanti anni è stato dipendente del Comune, incarico che poi ha lasciato per fondare l’impresa sociale di manutenzione del verde Rive d’Arno, attraverso la quale si occupava anche di progetti lavorativi d’inserimento sociale dedicati ai disabili. Con questo riconoscimento vogliamo tramandare alle giovani generazioni la passione e la sensibilità che Gino aveva e che servono quando si parla di gestione del verde”.
Il premio era rivolto a laureati magistrali in “Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio” che avessero conseguito il titolo in data successiva al 1 dicembre 2015, con votazione minima di 100/110. Sette i candidati in concorso. Ad aggiudicarsi il riconoscimento è stato Raffaele Bonsignori grazie alla sua tesi “TreeSprawl – Una piazza verde per Vicopisano” svolta con il tutoraggio dei professori Francesco Monacci e Elisa Pellegrini e, come correlatore, l’architetto Debora Agostini.
“Il lavoro è stato particolarmente apprezzato dalla Giunta Comunale e dai cittadini vicaresi che sono stati coinvolti sin dall’inizio del percorso progettuale, tramite la compilazione di questionari al fine di comprendere i loro desiderata, che hanno costituito la base della proposta – spiega il professor Lorenzini -. La consegna di questo premio è un’ulteriore occasione per ricordare la figura di Gino Melani, un brillante ‘studente di ritorno’ (si era iscritto all’Università di Pisa diversi anni dopo l’inserimento nel mondo del lavoro), persona preparata e appassionata e sempre aperta a iniziative in campo sociale e a difesa dei soggetti svantaggiati”.
“Il progetto nasce dall’idea e dalla necessità di riqualificare piazza Cavalca a Vicopisano – ha illustrato Bonsignori –. Si tratta di uno studio che tiene conto della conformazione del territorio, addossato ai monti pisani, e delle esigenze di utilizzo di questo spazio urbano, sempre più fulcro di un’attività di mercato e luogo di aggregazione”.
La cerimonia di consegna del premio da parte dell’Università di Pisa si è svolta nella prima parte della mattina, nella cornice dell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, nell’ambito dell’appello di laurea magistrale in “Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio”, per poi spostarsi in Comune.
“Con la consegna di questo primo riconoscimento diamo il via ad un percorso di collaborazione con l’Università di Pisa che vogliamo mantenere – concludono gli amministratori -. Abbiamo voluto organizzare un momento celebrativo anche in Palazzo Comunale per consentire ai familiari e ai dipendenti comunali che hanno lavorato con Gino Melani, di partecipare a questo momento di ricordo. Nostro sarà l’impegno di mantenere il premio anche per il prossimo anno, un modo importante con cui poter omaggiare la figura di Gino che ha fatto davvero tanto per il nostro territorio e soprattutto un’occasione per trasmettere ai giovani studiosi un po’ di quella passione e di quella sensibilità che ci ha insegnato”.