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Nel giugno 1989 Keith Haring omaggiò la città di Pisa creando il murale Tuttomondo.
A distanza di 30 anni, a celebrare questo anniversario ci ha pensato un libro, scritto dalle giornaliste pisane Francesca Bianchi ed Elisa Bani per Marchetti Editore, una colorata pubblicazione che vuole festeggiare il murale, con i suoi tanti significati, raccontandolo alle nuove generazioni.
Il libro è nato in collaborazione con Avis Pisa e con CTT Nord. A tal proposito in questi giorni i pisani stanno vedendo viaggiare per il centro cittadino un bus davvero particolare decorato per celebrare questo anniversario e per promuovere il libro.
Il Presidente Andrea Zavanella ricorda che gli autobus che girano per la città sono anche una bella occasione per dare visibilità a iniziative meritorie come quella di Francesca e Elisa e far così circolare messaggi di pace e amore per le strade della nostra città.
“CTT Nord – prosegue Zavanella – ha sviluppato numerose collaborazioni con le Associazioni dei territori in cui opera, presentate alcuni mesi fa in una trasmissione televisiva e oggetto di una pubblicazione intitolata “Un anno insieme a voi”, che riepiloga, in quel caso, con le immagini, quello che una società di trasporto pubblica può e deve fare per far “muovere” l’intera società”.
Elena Marchetti, editrice: “Siamo particolarmente felici di questa opportunità offertaci da Ctt Nord, un nuovo e ulteriore modo per veicolare il messaggio del libro. Un’opportunità davvero preziosa per un piccolo editore come il nostro. Abbiamo voluto augurare così buon compleanno al murale che Keith Haring ha donato alla città di Pisa 30 anni fa e che tante cose ha da dire a chi lo vuole ascoltare. Ci sembrava molto importante che la città festeggiasse questa ricorrenza e, come editrice, sono felice di aver contribuito a valorizzare questo anniversario. Il libro Pisa è Tuttomondo! Il murale di Keith Haring raccontato alle nuove generazioni parla a tutti, come il murale, ma soprattutto alle bambine e ai bambini, che sono le donne e gli uomini e di domani, e a cui è importante trasmettere i significati e i valori che il murale porta con sé, in primis: amore, tolleranza, collaborazione, amicizia tra popoli. Tutto ciò è stato reso possibile grazie a una squadra affiatata che si è stretta attorno alle due autrici, le giornaliste Francesca Bianchi ed Elisa Bani”.
Paolo Ghezzi, presidente Avis Pisa: “Il murale di Haring è uno scrigno. Custodisce con armonia e rispetto un patrimonio enorme di valori assoluti: quelli legati al dono del sangue come gesto anonimo, volontario e gratuito. La sede dell’Avis di Pisa, infatti, è racchiusa all’interno del complesso di S.Antonio ed è proprio adiacente al murale di Haring. I suoi personaggi, e i valori che rappresentano, sembrano materializzarsi all’interno della sede Avis. Il libro, che racconta la visione artistica di un mondo assoluto basato sul rispetto, l’accoglienza, l’inclusione e la centralità di un universo armonico, è anche l’occasione per riflettere sulle proprie responsabilità di esseri umani capaci, con il semplice gesto della donazione, di salvare una vita”.
Paolo Pesciatini, Assessore Comunale al turismo: “Grazie a Ctt per la sensibilità dimostrata in questa iniziativa che sostiene un progetto che ha anche una straordinaria valenza turistica. Grazie alle autrici e all’editore, perchè con questo libro dimostrano di prendersi cura dell’opera che è l’ultima di Keith Haring trasmettendone la conoscenza e i valori alle nuove generazioni. Un bene che è entrato a pieno titolo nella storia dell’arte e anche in quella della città di Pisa”.
Pierpaolo Magnani, Assessore Comunale alla cultura: ” Ricordo quelle giornate in Haring realizzò questo splendido murale che a tutti gli effetti è entrato a far parte delle innumerevoli opere di grande livello di cui può vantarsi la nostra città. Anche Buffalmacco nella sua epoca era un contemporaneo e solo nei secoli a venire è entrato nel mito della storia dell’arte. Anche per Haring sarà cosi. Per quanto riguarda la celebrazione ritengo che limitarsi ad una mostra di opere non sia il modo più coerente per ricordarlo.. non era la sua filosofia di vita… per questo credo che il modo migliore sia coinvolgere l’opera di altri ragazzi che seguono la sua strada e la sua filosofia. Mi sembra un modo più rispettoso della memoria della sua vita”.