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Alla Parrocchia di San Nicola la chiesa dei Santi Vito e Ranieri: concessione in uso per cinque anni

La chiesa dei Santi Vito e Ranieri, posta in Lungarno Simonelli, di proprietà comunale, è stata concessa in uso alla Parrocchia di San Nicola fino al 2024. Questa mattina in Palazzo Gambacorti la firma del contratto tra il dirigente della direzione patrimonio Claudio Grossi e padre Mariano Raspanti, alla presenza del vicesindaco con delega al patrimonio Raffaella Bonsangue.

«Siamo riusciti – dichiara la vicesindaco Raffaella Bonsangue – nell’intento restituire uno spazio così importante alla fruizione della cittadinanza e dei turisti, nell’ottica di valorizzazione di quella parte dei Lungarni che con gli Arsenali medicei, la Torre Guelfa e adesso il Museo delle Navi Antiche di Pisa rappresenta una parte sempre più interessante e attrattiva della città. La chiesa di San Vito meritava questa attenzione di valorizzazione e pertanto siamo molto soddisfatti dell’accordo con la parrocchia di San Nicola che ringrazio per essersi fatta carico dell’impegno di riaprire al pubblico questo luogo così importante per la storia di Pisa».

La concessione ha la durata di cinque anni, fino al 2024 e prevede il pagamento da parte della Parrocchia di un canone “simbolico” di 400,00 euro all’anno che sarà corrisposto in unica rata annuale. La chiesa ha una superficie di circa 159 metri quadrati, compreso il campanile. I locali sono concessi per lo svolgimento di attività pastorale, spetterà alla Parrocchia la manutenzione ordinaria e straordinaria e relativi impianti. Da circa dieci anni è rimasta inutilizzata

La chiesa dei Santi Vito e Ranieri – Ricordata sin dallla metà dell’XI secolo, la chiesa è profondamente legata alla storia della città. Secondo la tradizione, infatti, in quei locali visse dopo il suo ritorno dalla Palestina San Ranieri, patrono di Pisa, che vi morì nel 1160. La tomba del martire cristiano rimase nella chiesa fino a quando l’urna contenente il corpo di Ranieri venne trasferita in Duomo. Nella chiesa è rimasta tuttavia, sul pavimento, la lapide degli Scaccieri, la famiglia del Patrono. L’antico luogo di culto fu seriamente danneggiato durante i bombardamenti nell’agosto del 1943, quindi ricostruito in forme analoghe a quelle settecentesche. Uno degli ultimi interventi di restauro risale alla fine del secolo scorso.