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Il professor Dino Pedreschi, ordinario di Informatica dell’Università di Pisa, è stato nominato nel gruppo di lavoro del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca incaricato di definire gli indirizzi di carattere generale e nazionale sul tema dell’intelligenza artificiale, che è di assoluta rilevanza per lo sviluppo culturale e industriale dell’Italia. Insieme ad altri quattro esperti, il professor Pedreschi sarà chiamato in particolare a monitorare e coordinare le risorse a disposizione nel nostro Paese, nell’ottica della possibile creazione di un centro di ricerca e laboratorio sull’intelligenza artificiale che coinvolga i paesi interessati in ambito Europeo.
Il professor Dino Pedreschi, nato a Castelnuovo Garfagnana nel 1958, svolge da oltre 30 anni attività di ricerca in Informatica, con particolare riferimento al settore oggi indicato come Data Science, o scienza dei dati, di cui è un pioniere a livello internazionale. Il focus delle sue ricerche è comprendere la società attraverso la lente dei “big data”, attraverso il “social data mining” e la “big data analytics”: le città sostenibili e la mobilità umana, la complessità delle reti sociali ed economiche, l’etica digitale e la difesa della privacy e dei diritti, forme di intelligenza artificiale che pongano la persona e i valori umani al centro. Dirige con Fosca Giannotti, del CNR, il laboratorio KDD LAB, Knowledge Discovery and Data Mining Lab, congiunto tra Università di Pisa e ISTI-CNR. Autore di oltre 250 pubblicazioni, ha coordinato svariati progetti di ricerca nazionali e internazionali, fra cui otto progetti europei nel programma di ricerca di base Future Emerging Technology della Commissione Europea. È stato “visiting scientist” alla Northeastern University di Boston, all’Università del Texas di Austin, al CWI di Amsterdam e a UCLA. Dal 2016 è il coordinatore del primo dottorato italiano di Data Science, congiunto fra Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, CNR, Scuola Sant’Anna e Scuola IMT Lucca.
“Intelligenza Artificiale è uguale a Big Data più Machine Learning – dice il professor Pedreschi – La nuova primavera della IA, dopo un lungo inverno seguito alla disillusione degli anni 80, è il regalo della scienza dei dati, dell’apprendimento automatico da masse enormi di esempi che riesce finalmente ad affrontare con successo la comprensione e la traduzione dei testi, il riconoscimento delle immagini, la guida autonoma e molto altro. L’effetto combinato e disposto di tanti esempi da cui imparare, modelli sofisticati di apprendimento e capacità di calcolo ad altissime prestazioni. Grandi opportunità di progresso, ma anche nuove criticità e preoccupazione, ripercussioni sulla sfera dei diritti, del lavoro, della democrazia. L’Europa e con essa il nostro paese hanno la possibilità e la responsabilità di sviluppare una IA ‘umana’, che si ponga l’obiettivo di espandere l’esperienza umana, non di rimpiazzarla. Un esempio di IA umana è un esoscheletro che permette a una persona paralizzata di camminare. Abbiamo bisogno di sviluppare forme di IA analoghe a livello cognitivo, in grado di portarci a un livello oggi irraggiungibile di conoscenza e consapevolezza e di aiutarci ad affrontare le sfide individuali e collettive che abbiamo davanti, aumentando il benessere di tutti.”