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Molto atteso, arriva al Teatro Verdi questo fine settimana (sabato 26 gennaio ore 21 e domenica 27 ore 17) Vincent van Gogh. L’odore assordante del bianco di Stefano Massini, protagonista Alessandro Preziosi (che incontrerà il pubblico sabato pomeriggio alle 18, in Sala Titta Ruffo; coordina l’incontro Franco Farina), regia di Alessandro Maggi, produzione Khora Teatro/TSA – Teatro Stabile d’Abruzzo.
Uno spettacolo che sta riscuotendo ovunque un grandissimo successo, fin dal debutto a Napoli e poi al Festival di Spoleto nell’estate del 2017 nonché nella lunga tournée in tutti i principali teatri italiani. Merito di un testo asciutto, pungente, coinvolgente, ricco di spunti poetici, uno dei primi testi di Stefano Massini, cui valse nel 2005 il Premio Tondelli per “la scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”. Merito dell’interpretazione di Alessandro Preziosi, che – come si legge nelle molte recensioni, tutte positive – “si muove sul palco per un’ora e mezza, tenendo il suo Vincent sempre su quel labile confine tra il senso del reale e il suo esatto opposto”, che interpreta il suo personaggio “con tutto il corpo (guardategli mani e piedi!), raggrinzito, rattrappito, allucinato”, bravissimo nel saper “impersonare e restituire uno stato mentale alterato, ora dal manifestarsi della malattia ora dal guizzo di genialità”.
Siamo nel 1889, Vincent Van Gogh è internato nel manicomio di Saint-Paul-de-Manson, ridotto a uno stato di totale frustrazione per le allucinazioni cui va soggetto e per il pessimo rapporto con medici e infermieri. Il suo unico desiderio è quello di uscire da quella stanza priva di colori. Ad accendergli una speranza, l’inaspettata visita del fratello Theo. Il serrato dialogo che si accende fra i due “non soltanto propone – annota Alessandro Maggi – un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana dell’artista, ma piuttosto ne rivela uno stadio sommerso”. Van Gogh, assoggettato e fortuitamente piegato dalla sua stessa dinamica cerebrale – prosegue ancora Maggi – “si lascia vivere già presente al suo disturbo. È nella stanza di un manicomio che ci appare. Nella devastante neutralità di un vuoto. E dunque, è nel dato di fatto che si rivela e si indaga la sua disperazione. Il suo ragionato tentativo di sfuggire all’immutabilità del tempo, all’assenza di colore alla quale è costretto, a quell’irrimediabile strepito perenne di cui è vittima cosciente, all’interno come all’esterno del granitico ‘castello bianco’ e soprattutto al costante dubbio sull’esatta collocazione e consistenza della realtà.”
Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco indaga il labile confine tra verità e finzione, tra follia e sanità, tra realtà e sogno, e insieme si interroga sulla genesi e il ruolo dell’arte e sulla dimensione della libertà individuale. Uno spettacolo intenso ed emozionante, davvero da non perdere, dove “ogni frase pronunciata in scena diventa un bisturi che taglia e penetra con lucidità nel disagio e s’imprime nella mente degli spettatori come poesia della vita e del dolore”.
Con Alessandro Preziosi sono in scena Francesco Biscione (il dottr Peyron), Massimo Nicolini (Theo van Gogh), Roberto Manzi (il dottor Vernon-Lazàre), Alessio Genchi (Gustave) e Vincenzo Zampa (Roland). Scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta, disegno luci di Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta, musiche di Giacomo Vezzani.
Van Gogh è in cartellone nella Stagione di Prosa del Teatro di Pisa, realizzata insieme con Fondazione Toscana Spettacolo onlus.
Per informazioni tel 050 941111 e www.teatrodipisa.pi.it