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Di seguito il comunicato dell’intervento:
Oggi ho incontrato in comune una delegazione degli Assistenti Sociali dipendenti dalla Cooperativa Agape ascoltando con attenzione le loro rivendicazioni peraltro già anticipate anche pubblicamente in forma scritta e già almeno parzialmente conosciute avendo incaricato la struttura tecnica della Società della Salute di partecipare per mio conto ai momenti di confronto già avvenuti.
Successivamente ho assunto sommarie informazioni dalla cooperativa medesima per avere il quadro comparato della situazione che mi è stata presentata.
Ritengo in primo luogo e comunque che le rivendicazioni sul merito dei lavoratori che manifestano attraverso uno sciopero debbano esser sempre accolte con attenzione nel pieno rispetto dei diritti e delle garanzie costituzionali, soprattutto quando si svolgono, come ho avuto modo di vedere questa mattina, con toni pacati e con spirito costruttivo di collaborazione pur nel rispetto dei diversi ruoli.
Poiché la dignità del lavoro passa anche attraverso la disponibilità a partecipare ai tavoli previsti dagli strumenti normativi chiedo pubblicamente alla Cooperativa Agape di partecipare alla discussione ed al confronto sui temi posti.
Tanto premesso vorrei però stralciare dall’ambito della discussione il concetto di “svendita dei servizi sociali” che è stato usato nella lettera inviatami al riguardo. Lo ritengo fuorviante e del tutto inappropriato in un ambito, quello della rete di protezione sociale, su cui per anni abbiamo investito moltissimo, costruito politiche ed attivato strumenti molteplici per dare risposte ai bisogni di qualsiasi genere dei cittadini e delle famiglie in difficoltà.
Questa amministrazione, e lo rivendico con orgoglio, sui servizi alla persona ha messo e mantenuto moltissime risorse salvaguardando quella che è una priorità. Lo ha fatto e lo sta facendo in un contesto in cui i comuni, il dato è assolutamente pacifico, hanno dovuto tagliare in molti altri settori a causa delle sempre minori risorse a disposizione negli ultimi anni.
Proprio allo scopo voglio ricordare innanzitutto che la gara di appalto, allo stato attuale degli strumenti normativi ed amministrativi a disposizione, è risultata essere l’unica possibilità concreta, giuridica ed amministrativa, per garantire a quei lavoratori il mantenimento del posto di lavoro; quello della salvaguardia dei livello occupazionali e delle competenze è sempre stato l’obiettivo prioritario che abbiamo voluto garantire con certezza.
Lo affermo con cognizione di causa poiché al riguardo c’è stato un confronto durato diversi mesi con tutti i soggetti in campo per verificare la possibilità di mettere in campo soluzioni diverse ed alternative che potessero per un verso esser rispettose della legge e dall’altro capitalizzare il portato storico di una esperienza di gestione dei servizi che viene da lontano.
La gara indetta dall’Azienda ASL Toscana Nordovest, unica per tre zone (Pisana, Valdera e AVC) certamente ha previsto un riordino complessivo dei servizi delineando una differenziazione tra quelli Socio-Assistenziali (che riguardano i Comuni e la Società della Salute) e quelli Socio-Sanitari (lasciati alla gestione diretta degli operatori dell’Azienda USLin quanto di piena titolarità dell’Azienda).
L’avvio della gara e l’assetto prefigurato prevede certamente una nuova organizzazione locale dei servizi all’interno delle zone, e sin da subito è stato evidente a tutti i soggetti coinvolti che il cambiamento proposto, pensato e gestito dalla stazione appaltante per perseguire l’interesse pubblico di migliorare la qualità e la quantità dei servizi erogati ai cittadini, avrebbe ed avrà bisogno di un periodo di monitoraggio e e accompagnamento puntuale rispetto alle novità anche attraverso l’elaborazione condivisa di procedure operative tra le parti. E tra le parti non può non ricomprendersi il contributo proattivo del personale della cooperativa Agape che sarà chiamato a gestire direttamente le novità.
Benché rientrante nelle competenze e nella titolarità esclusiva del loro datore lavoro ho ascoltato le considerazioni per quanto riguarda l’aggravio dei carichi di lavoro che nella zona Valdera risulterebbe condizionato da una unità operativa in meno e soprattutto dalla riorganizzazione complessiva dei quadro dei servizi e delle novità in merito al Pronto Intervento Sociale, una esperienza già attiva per la nostra zona ed esteso all’area pisana, le cui nuove modalità organizzative dovranno comunque esser calibrate nello specifico dalla cooperativa e su cui credo comunque che una riflessione puntuale possa esser compiuta anche dalla committenza. Credo che anche su questo tema vi siano spazi liberi di confronto e di approntamento di soluzioni utili alla qualità del servizio erogato.
I lavoratori mi hanno inoltre rappresentato che le criticità generali lamentate e l’assenza di una programmazione condivisa con il datore di lavoro finisca pure per incidere sulle difficoltà delle assegnazioni di quota parte del personale seppur sempre all’interno dell’ambito zonale di riferimento.
Ho infine appreso che la quasi totalità degli operatori coinvolti abbia un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Ho espresso alla delegazione la disponibilità a sollecitare pubblicamente tutti gli attori coinvolti nella questione perché attraverso la partecipazione ai tavoli deputati al confronto possano esser approfondite e contemperate le sollecitazioni e gli interessi nell’ottica, necessaria, della miglior qualità possibile del servizio ai cittadini nel quadro delle risorse a disposizione e delle normative vigenti.
Concludo rammentando che sul tema, ovviamente subito ed alla cieca, ha preso posizione il Movimento 5 Stelle perdendo irrimediabilmente l’occasione di tacere prima di sapere.
Negli ultimi anni il governo della Valdera ha prestato particolare attenzione al rafforzamento del servizio sociale professionale che è avvenuto con l’attivazione di nuove e specifiche tipologie di interventi e percorsi anche in relazione alle opportunità offerte dai progetti nazionali/regionali a cui la Società della Salute ha sempre partecipato conseguendo risultati eccellenti al fine dell’assegnazione dei finanziamenti. In primo luogo perché sanno benissimo che ad oggi la natura e la conformazione amministrativa della società della salute della Valdera è sempre stata pensata come “leggera”, senza assunzioni degli operatori destinati ai servizi e senza una gestione diretta dei medesimi ma attraverso l’istituto della delega.
In secondo luogo perché la vicenda di cui si tratta adesso non è, al contrario di quanto affermano, una nuova esternalizzazione di servizi bensì l’unico modo utile e concreto, peraltro già in essere da anni, che il sistema giuridico ed amministrativo mette a disposizione per evitare che la professionalità e l’esperienza acquisita da quelle operatrici e di quegli operatori con cui oggi ho parlato non sia disperso insieme al loro posto di lavoro.
Visto che i grillini oggi sono la prima forza del nostro parlamento mi aspetto che predispongano soluzioni giuridiche e risorse economiche per internalizzare all’interno del sistema pubblico quelle persone fisiche e la loro professionalità verso cui oggi esprimono (importante ma solo) solidarietà.