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Trasversalità, impegno sociale, stimoli alla riflessione, nuove drammaturgie per il ritorno della Rassegna Teatri di Confine, dopo due anni di pausa e che, organizzata dal Teatro di Pisa insieme con Fondazione Toscana Spettacolo onlus, si articola in 8 appuntamenti tra gennaio e aprile, prevalentemente al Teatro Verdi, a parte lo spettacolo inaugurale e la serata Explo.
È infatti al Teatro Nuovo, in piazza della Stazione, l’apertura della Rassegna 2019 martedì 29 gennaio alle ore 21 e segna il ritorno a Pisa del Teatro delle Albe, la storica compagnia ravvennate, fondata nel 1983 da Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni, che si è conquistata fin dagli inizi un solido rilievo nazionale e internazionale per la sua poetica rigorosa, raffinata e emozionante, capace di restituire alla scena la sua antica e potente funzione narrativa.
Di questa cifra è un magistrale esempio anche questo spettacolo inaugurale: Maryam, potente e dolente monologo di Ermanna Montanari, più volte premiata come miglior attrice (nel 2013 il Duse, ben 5 volte con l’UBU come miglior attrice: 1997, 2007, 2009, 2017 e 2018).
“Partitura in quattro movimenti” (Preghiera di Zeinab; Preghiera di Intisar; Preghiera di Douha; Maryam) su testo di Luca Doninelli, Maryam ci racconta con sensibilità intensa e rara quanto la figura di Maryam, ovvero di Maria, la Madre di Gesù, sia centrale anche nella cultura islamica, e lo fa dando voce a tre donne palestinesi che con Maria condividono il dolore per la morte dei figli e dei fratelli dovute all’ingiustizia e agli orrori del mondo. Madri che si rivolgono a lei per chiedere consolazione, o per gridare la propria rabbia, per reclamare vendetta, o semplicemente per invocare una risposta al perché della guerra e della violenza. La invocano come accade in tanti santuari musulmani del Medio Oriente e del Maghreb. Ed è infine Maryam stessa ad apparire e a condividere, madre tra le madri, il dolore di quelle donne.
Racconta Emma Montanari in una intervista: «Mi ha conquistato la storia di Doninelli, di donne musulmane che pregavano Maria a Nazareth. Scoprì che è la figura femminile più importante per quella cultura . Nel testo a chi le chiede giustizia per i propri cari, risponde in modo spiazzante: “Non sono riuscita io a toglierlo dalla croce il mio, cosa posso darvi? Il vostro dolore è il mio e mi lacera le carni ancora oggi. Non ho perdonato Dio per non aver salvato mio figlio”».
Un monologo «profondamente laico e spudoratamente umano, come si legge in una delle molte recensioni, tutte più che positive, umano in un’accezione lucreziana, laddove l’empatia – che non è pena – corrisponde a una distribuzione corale del dolore».
«In un momento in cui il terrore e le paure abitano le nostre città – ricorda ancora Emma Montanari – c’è bisogno di andare al fondo vero di queste religioni. E può capitare, come è successo a noi, che Maria diventi un ponte “contemporaneo” tra culture così diverse».
Una performance di grande attualità che può aiutarci a capire il nostro oggi; delicata e umanissima, è assolutamente da non perdere.
Ideazione, spazio, costumi e regia sono di Marco Martinelli e Ermanna Montanari; musica di Luigi Ceccarelli, consulenza e traduzione in arabo di Tahar Lamri. In video Khadija Assoulaimani, voce e percussioni in audio sono di Marzouk Mejri. La regia del suono è di Marco Olivieri, il disegno luci di Francesco Catacchio .
Maryam è una produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con il Teatro de gli Incamminati/deSidera e ha debuttato con grande successo in prima nazionale l’8 febbraio di due anni fa a Milano, al Teatro Elfo Puccini di Milano.
I biglietti costano 10 euro, ridotto 7, promozionale 5 (la fascia promozionale è estesa, fra gli altri, a coloro che hanno acquistato il biglietto per l’altro spettacolo del Teatro delle Albe, Va pensiero, in cartellone nella Stagione di Prosa il 2 e 3 febbraio). Per maggiori informazioni tel 050 941 111 www.teatrodipisa.pi.it