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Art Bonus: tre opere del Comune di San Miniato ricevono i fondi per la restaurazione

Sono tre le opere del Comune di San Miniato inserite nell’Art Bonus ad essere state “adottate”, pronte per essere restaurate. Il libro d’oro della nobiltà sanminiatese, il torso marmoreo di Maria Maddalena Arciduchessa d’Austria e l’Estasi di Sant’Andrea Avellino di Anton Domenico Bamberini sono i tre progetti che hanno raggiunto la copertura finanziaria totale, grazie ad una serie di privati che hanno deciso di investire in questa forma di mecenatismo.

Dopo la presentazione delle opere che abbiamo scelto di inserire in questo progetto, fatto nell’aprile socrso, molti privati hanno manifestato la volontà di ‘adottare’ queste opere – spiegano il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini e l’assessore alla cultura Chiara Rossi -. Avevamo fatto una selezione all’interno del ricco patrimonio di cui dispone il Comune, in modo da concentrare gli interventi su quelle opere che, per carattere d’urgenza, avevano maggiore necessità. Molti dei progetti, per essere recuperati e riportati all’antico splendore, hanno bisogno di spese consistenti, siamo molto soddisfatti di poter iniziare ad affidare i lavori per tre opere, grazie al sostegno del tessuto economico cittadino che ha risposto con tempestività e interesse per il bene artistico che ci appartiene”.

Positivi quindi i primi riscontri del sistema di incentivi fiscali, introdotto dal decreto Cultura varato nell’estate 2014 e reso permanente dalla legge di stabilità 2016, in favore di privati, enti o società che decidono di fare mecenatismo, cioè di effettuare erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il cui credito d’imposta, pari al 65% dell’erogazione liberale, è detraibile in 3 anni.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche delle tre opere d’arte che hanno completato la raccolta fondi per il restauro. “‘Il libro d’oro della nobiltà sanminiatese’, conservato nell’Archivio Storico, è un prestigioso e monumentale repertorio araldico che raccoglie gli stemmi delle famiglie nobili sanminiatesi e registra le presenze illustri nella città di San Miniato, nel quale sono contenute anche le registrazioni dell’iscrizione al grado nobile delle famiglie sanminiatesi – spiega il direttore dei Musei Civici di San Miniato, Lorenzo Fatticcioni -. Secondo la legge sulla Nobiltà e cittadinanza del Granducato di Toscana del 1750, San Miniato era una delle 14 Città del Granducato che potesse conferire il grado nobile a chi, in possesso dei requisiti specifici, ne facesse richiesta. Distrutto il primo registro negli anni novanta del XVIII secolo, l’attuale porta la data del 1822 e ha aggiornamenti fino agli anni cinquanta del XIX secolo”. Il costo complessivo del restauro è di 3.708 euro ottenuti grazie alle donazioni dello Studio Nacci, dell’Azienda Speciale Farmacie e della Pallets Bertini Group.

Il torso marmoreo di Maria Maddalena Arciduchessa d’Austria raffigura la governatrice della Città di San Miniato dal 1620 al 1631. Della statua, priva di testa e di braccia, si conserva la porzione di torso dalle spalle alle caviglie – spiega ancora il direttore dei Musei Civici -. Il tipo della veste e del gioiello fermaglio, così come della tecnica scultorea, indicano come ambito cronologico di realizzazione del manufatto il XVII secolo. L’oggetto, rinvenuto nei primi anni del Novecento nei magazzini del Comune di San Miniato, venne collocato, intorno al 1950, nello slargo di via Del Bravo, dove si trova tuttora. La documentazione storica dà per certo che una scultura della governatrice venne effettivamente realizzata dallo scultore Giovan Francesco Susini e collocata nella Piazza del Seminario. La statua fu distrutta durante l’occupazione francese del 1799. Da quel momento viene persa ogni traccia del monumento fino al rinvenimento recente del frammento”. Il costo del restauro è di 3.916 euro ottenuti grazie alle donazioni di FB Service, Ms Carrelli e Pallets Bertini GMG.

L’ultima opera inserita nell’Art Bonus ad essere completamente restaurata è l’opera proveniene dall’Oratorio del Loretino – spiega ancora il direttore dei Musei Civici – ed è forse attribuibile, sulla base di confronti con altre opere dello stesso autore a San Miniato e in particolare con Un miracolo del Beato Gioacchino Pelacani nel palazzo Vescovile, al fiorentino Anton Domenico Bamberini (1666-1741) di cui costituirebbe una delle rare opere a olio in un corpus con assoluta prevalenza di affreschi”. Il costo complessivo del restauro è 1.210 euro ottenuti grazie alle donazioni della Galleria d’Arte San Lorenzo e della Conceria Ghiropelli.

Tra i progetti inseriti nell’Art Bonus e già finanziati, c’è la Loggetta del Fondo, dove nell’autunno scorso si sono conclusi i lavori di restauro degli affreschi, finanziati dal Rotary Club di San Miniato. “Adesso la porta d’accesso al centro storico è stata valorizzata – spiegano il sindaco e l’assessore alla cultura –, adesso stiamo pensando ad un progetto di arredi per gli interni che renda questo spazio un vero e proprio salotto a cielo aperto, a disposizione di tutti”.

Oltre a queste, nell’elenco messo a disposizione dal Comune sul sito www.artbonus.gov.it restano ancora da finanziare una serie di opere conservate nell’Archivio Storico (le tre carte con le vedute della famiglia Roffia e le 98 carte provenienti dall’Archivio Roffia relative al processo di Gostanza da Libbiano) e nell’Oratorio del Loretino (la cancellata, alcune tavole del Tabernacolo, sei candelieri di intagliatore anonimo toscano della prima metà del XVIII secolo facenti parte dell’arredo storico dall’arredo dell’Oratorio e la Madonna con bambino e Santa Lucia di Antonio Bamberini, forse figlio del più famoso fiorentino Anton Domenico Bamberini, attivo a San Miniato nella prima metà del XVIII secolo), la Madonna col Bambino, San Francesco, un vescovo e membri di una confraternita un dipinto di grandi dimensioni (233 x 150 cm) di provenienza che raffigura la Vergine con il Bambino tra San Francesco e un Vescovo alla presenza di membri di una confraternita laicale, verosimilmente committente dell’opera, databile XVII secolo e gli affreschi del soffitto dell’Ex Convento della Trinità, in centro storico.

L’elenco messo a disposizione potrà subire delle variazioni – spiegano i due amministratori –, le opere di cui disponiamo sono molte e spesso ne scopriamo di nuove. Questo ci costringe a rivedere i criteri di selezione, come l’urgenza e la necessità. Dopo questi primi risultati vogliamo ringraziare le aziende del territorio che hanno partecipato a questo progetto perché il loro contributo ci permette di valorizzare l’immenso patrimonio di cui disponiamo”.