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Un film inedito e un database con 20.000 documenti: verso il convegno sul Sessantotto pisano

La conoscenza del Sessantotto pisano si arricchisce di una nuova banca dati che descrive oltre 20 mila documenti, dando conto della ricognizione effettuata su più di 20 tra archivi pubblici e privati, pisani e non solo. Il database è il principale risultato di due borse di ricerca volute e finanziate dall’Università di Pisa nell’ambito del ciclo di iniziative su “Pisa e il ’68” e affidate alle giovani storiche Chiara Dogliotti e Cinzia Leopizzi. L’esito della ricognizione archivistica sarà presentato durante il convegno “1968: Pisa, Italia. Immagini e documenti per una storia del Sessantotto”, in programma alla Gipsoteca di arte antica giovedì 13 e venerdì 14 dicembre. Con loro e con i due curatori scientifici, i professori dell’Ateneo pisano Luca Baldissara e Alessandro Breccia, parteciperanno alcuni dei principali studiosi italiani del ’68, a partire da Peppino Ortoleva, dell’Università di Torino, che terrà una relazione su “Il Sessantotto negli anni Sessanta”, e Michele Battini, dell’Università di Pisa, che parlerà de “Il Sessantotto tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta”.

Giovedì pomeriggio (13 dicembre), alle ore 19, in Gipsoteca sarà inoltre proiettato in anteprima assoluta il video documentario dal titolo “Cartoline dal Sessantotto. Pisa e gli anni della contestazione”, realizzato dal regista Lorenzo Garzella con interviste ai protagonisti, foto e filmati di archivio.

Il database sul Sessantotto pisano, liberamente accessibile, ha censito più di 20 mila documenti, ognuno supportato da una descrizione particolareggiata con categorie e parole chiave utili per approfondire la ricerca. Oltre ad alcuni importanti archivi privati, sono stati esaminati gli archivi di numerosi centri pubblici, pisani e non solo: l’Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore, la Biblioteca Franco Serantini, l’Archivio di Stato, la Prefettura, la Procura della Repubblica, il Comune, l’Archivio Storico Diocesano, la Camera del Lavoro, le ACLI, la Casa della Donna, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana di Pisa (già Provveditorato agli Studi), l’Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “Antonio Pacinotti” e il Liceo Classico “Galileo Galilei” (accorpati nell’unico Istituto di Istruzione Superiore “Galieli-Pacinotti”), il Liceo Scientifico “Ulisse Dini”, il Museo Piaggio e la Camera del Lavoro di Pontedera, l’Archivio Centrale di Stato, il Centro di Documentazione di Lucca, l’Archivio Movimenti di Genova, l’Archivio “Parri” di Bologna, il Centro Studi Movimenti di Parma.

Pensato per offrire uno strumento agli studiosi e più in generale a tutti coloro che vorranno conoscere in profondità il sessantotto pisano, il database fa emergere alcuni temi che appaiono centrali nella riflessione storiografica sul tema: dal rapporto tra operai e studenti al contributo degli studenti cattolici, dall’influenza delle principali istituzioni universitarie e amministrative pisane sull’elaborazione teorica del movimento studentesco alla conflittualità operaia tra organizzazioni sindacali e movimenti di base, fino a evidenziare le differenze e le affinità con altri casi italiani.

La ricerca delle dottoresse Dogliotti e Leopizzi, con il coordinamento dei professori Baldissara e Breccia, e lo stesso convegno del 13 e 14 dicembre, fanno parte del programma “Pisa e il ’68” (pisaeil68.unipi.it), con cui l’Università, il Comune, la Biblioteca Franco Serantini, il Cinema Arsenale e la Scuola Normale Superiore hanno approfondito il contesto del ’68 a 50 anni di distanza. Il ciclo è stato aperto nel febbraio del 2017 da un incontro sulle “Tesi della Sapienza” e si è sviluppato attraverso momenti di riflessione su aspetti e protagonisti di quella stagione, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali e appuntamenti espositivi. A fine maggio e inizio giugno si è svolto inoltre il convegno internazionale dal titolo “1968-2018. Cinquant’anni dopo. Il Sessantotto nella storia”. Obiettivo generale del progetto è quello di promuovere, con la necessaria distanza storica e critica, e con ricerche inedite, momenti di conoscenza su un periodo che ha visto la città e l’Università di Pisa al centro del panorama nazionale e mettere a confronto generazioni diverse e diversi modi di rilettura e comprensione della storia.