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Nel corso dell’ultima assemblea dei soci di Retiambiente, tenutasi in una sala della Camera di Commercio di Pisa lo scorso 20 dicembre, l’assessore all’Ambiente del Comune di Pisa Filippo Bedini ha chiesto l’azzeramento del consiglio d’amministrazione.
All’odg dei lavori, tra l’altro, la surroga di uno dei cinque membri del cda della società, che è stato votato lo scorso 19 giugno, una data politicamente “significativa”, visto che cadeva tra il primo turno delle elezioni amministrative e il ballottaggio in molti comuni, anche importanti, soci di Retiambiente, il soggetto gestore del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani sul territorio della Comunità d’Ambito Territoriale Ottimale ATO Toscana costa.
“Alla luce di come si è costituita l’attuale governance della società – ha dichiarato Bedini – già da settembre abbiamo chiesto di discutere sull’opportunità politica di mantenere l’attuale cda. Constatato che non si voleva discutere, nell’assemblea del 20 dicembre abbiamo formalizzato, al momento della surroga, la richiesta di dimissioni del cda. È stato imbarazzante vedere che, anche a fronte di una simile richiesta, i Sindaci di centrosinistra sono andati a dritto candidando sul momento un’avvocatessa di Montignoso quale quinto membro del Consiglio. Candidatura non annunciata, non condivisa, non presentata. Ho ricordato in fase di dichiarazione di voto come, se vogliamo iniziare a confrontarci su temi che riguardano tutti, occorre che a sinistra ci si renda conto che la Toscana non è più quella di 5 anni fa, e che gli atteggiamenti arroganti non sono più tollerabili, dato che i numeri non sono più “bulgari” come una volta. Infatti, la surroga è passata col 52%. Sono molto lieto che tutti i Comuni di centro-destra presenti compattamente abbiano concordato con me sull’opportunità di non prendere parte a questa votazione, per evitare di legittimare un cda che non è espressione condivisa. Se si vuole procedere, vogliamo che si azzeri la governance e si ridiscuta tutto”.
A settembre, poi, nella precedente assemblea, spiega Bedini, erano state fatte eccezioni sia sul piano della legittimità (il caso è attualmente in giudizio al tribunale delle imprese) che su quello dell’opportunità politica, visto che il Comune di Pisa, che detiene il 20,28% del capitale (per un valore nominale di circa 4 milioni e 368 mila euro) era stato rappresentato anche in fase di votazione, nella seduta pre-ballottaggio, dall’ex Sindaco già in quel momento ex… il Comune di Massa, per esempio, in un’identica situazione politica, non aveva preso parte all’assemblea, a testimonianza di quanto fosse inopportuno “schierarsi” nelle more di un’elezione, che poi infatti avrebbe portato a un cambio di governo amministrativo.
“Tanto più inopportuno, considerando – conclude l’Assessore all’Ambiente del Comune di Pisa – che Retiambiente, costituita il 16 dicembre 2011, era fino a quel momento inattiva da ben 7 anni: attendere un mese in più per lasciar decidere chi da lì a una settimana avrebbe vinto le comunali sarebbe stato, quand’anche non necessario giuridicamente, sicuramente indispensabile sul piano politico.
Il prossimo anno andranno al voto moltissimi comuni del nostro ATO, e gli assetti politici sono destinati a essere ulteriormente modificati. Che i Sindaci del PD pensino di poter procedere a lungo a colpi di maggioranze risicate è grottesco: sono come l’orchestrina del Titanic che continuava a suonare mentre il transatlantico affondava”.