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Si è tenuta venerdì scorso, presso la sede dell’Unione Valdera, la seduta del Tavolo di Coordinamento in materia di richiedenti asilo, istituito a seguito della firma, nell’anno 2017, del protocollo di intesa con gli enti gestori degli specifici servizi di accoglienza sul territorio della Valdera.
La stipula del protocollo, con le 7 organizzazioni del Terzo Settore in varia misura coinvolte, ha avuto lo scopo di armonizzare e rafforzare il sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale sul territorio dell’Unione Valdera, attraverso il mantenimento del modello di accoglienza diffusa in piccoli appartamenti e la ricerca di forme più efficaci di relazione e comunicazione con la comunità locale.
La realtà della Valdera, infatti, è caratterizzata da alcune decine di appartamenti, inseriti nel tessuto urbano e peri-urbano dei diversi comuni, ciascuno dei quali accoglie dai 4 ai 7 richiedenti asilo.
L’Unione Valdera ha richiesto espressamente di far parte attiva della rete di accoglienza locale, nella consapevolezza che fosse opportuno seguire il fenomeno da vicino, in modo da poterne valutare l’incidenza sui servizi collettivi e le prospettive a breve e medio termine.
Nel corso del 2018, grazie al coordinamento dell’Unione, è stata firmata una convenzione con 18 associazioni della Valdera per l’inserimento dei richiedenti asilo in attività di volontariato, sempre con lo scopo di generare relazioni positive tra migranti e cittadini.
A seguito dell’incontro di approfondimento, indetto e presieduto da Simone Millozzi, delegato alla materia sociale nell’Unione Valdera, il Tavolo intero ha espresso profonda preoccupazione per la potenziale ricaduta sul territorio della Valdera prodotto dalle nuove norme in materia di richiesta di asilo. Venendo meno infatti la fattispecie della protezione umanitaria, si avranno numerose persone che si troveranno nel giro di poco tempo prive di prospettive e forme di sostegno, divenendo inevitabilmente destinate all’irregolarità. Inoltre, le nuove norme sulle caratteristiche delle struture di accoglienza, confliggono apertamente con la scelta di non creare strutture sovradimensionate e composte da decine e decine di migranti, che possono creare problemi di ordine pubblico, sanitario o di convivenza civile e pacifica con la popolazione locale.
“Non vorrei – afferma il sindaco Millozzi – che queste nuove indicazioni ministeriali, che sul piano formale apportano modifiche apparentemente limitate, ma nella sostanza producono effetti devastanti – di fatto abbandonando a se stesse numerose persone accolte nei mesi passati – fossero state architettate per ingenerare – attraverso il ‘non governo’ del fenomeno – un sottofondo conflittuale nei mesi a venire, tra persone fuggite dalla guerra o dalla fame e le comunità di residenti. In questo caso specifico, il pugno duro con persone che si trovano già in mezzo a noi – continua Millozzi – confina in una nuova oscurità molte situazioni che invece sarebbe stato molto più intelligente ed accorto seguire alla luce del sole; a meno che non si perseguano altre finalità non dichiarate, di cui rischiamo di accorgerci drammaticamente nei prossimi mesi”.