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L’innovazione rende sempre più efficace la formazione degli allievi di medicina e il continuo aggiornamento dei medici e dei professionisti che già lavorano nelle strutture e nelle professioni sanitarie. Tutto questo è possibile con “Simulabo”, il nuovo strumento per la didattica in ambito medico che offre la possibilità di simulare processi diagnostici e terapeutici in tutta la loro complessità, con riproduzioni in scala e ad alta fedeltà del corpo umano – dall’età neonatale a quella adulta – in grado di riproporre la fisiologia e la fisiopatologiadel corpo umano, come risposta a eventi di rilevanza clinica e a interventi terapeutici. Il laboratorio dove è attivo “Simulabo” è stato inaugurato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nella sede di via Cardinale Maffi, con il coinvolgimento di quattro Istituti: Scienze della Vita, TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione), Management, Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo), alla presenza dei docenti che lo hanno ideato e che adesso lo coordinano, i professori Michele Emdin e Claudio Passino, docenti di cardiologia all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna, e Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant’Anna. Grazie alla proposta di micro e macro casi clinici simulati, questo nuovo strumento didattico migliora l’offerta offerta formativa degli allievi di medicina della Scuola Superiore Sant’Anna (da quelli che devono conseguire la laurea, a quelli impegnati nei corsi di perfezionamento e nei Master), dell’Università di Pisa, da coinvolgere per merito dell’eccellente collaborazione già avviata per altre iniziative di didattica innovativa, e, in prospettiva, di altri atenei italiani. “Simulabo” si aprirà anche alle alte professionalità sanitarie, sperimentando metodologie per l’aggiornamento professionale rivolte a persone già inserite in un contesto lavorativo. “Simulabo” permette di entrare in contatto con strumenti digitali che facilitano lo studio di anatomia, fisiologia, fisiopatologia; di confrontarsi con pazienti virtuali (“manichini”, ma ad alta fedeltà); di interpretare i loro sintomi e di prendere decisioni, tenendo conto dell’appropriatezza della scelta terapeutica, nonché dei correlati etici e della sostenibilità; di mimare situazioni cliniche per testare le capacità di comunicazione con il paziente, oltre che di simulare l’uso di strumentazione diagnostica; di acquisire la capacità di lavorare in team e di assumere, se necessario, la guida del gruppo per garantire il successo (simulato in questa fase, reale quando il paziente non sarà un “manichino” ad alta fedeltà) nelle terapie interventistiche. L’utilizzo di “Simulabo” migliora l’offerta formativa nei confronti degli allievi, insegna loro come ragionare e comportarsi in situazioni di complessità, di urgenza e di emergenza; fa loro apprendere le tecniche di confronto e comunicazione. La sperimentazione delle metodologie didattiche innovative è estesa a professionisti già inseriti nel contesto lavorativo. I manichini ad alta fedeltà si presentano in maniera estremamente realistica: sono caratterizzati da un sistema fisiologico e di risposta ai farmaci, da sonorità, dalla possibilità di rilevamento della pressione arteriosa manuale e di monitoraggio dei parametri vitali. La simulazione ad alta fedeltà è utile per acquisire competenze tecniche, come la venopuntura, il posizionamento di un catetere venoso centrale e addestrarsi in altre manovre, da compiere con estrema precisione sul paziente. “La simulazione con l’utilizzo di programmi informatici per lo sviluppo di casi clinici interattivi – commentano Michele Emdin e Claudio Passino – rappresenta un metodo innovativo, che consente ai partecipanti di vivere da protagonisti la ‘gestione’ del paziente, di collegarsi a teatri clinici (medici e chirurgici) reali, per seguire online e offline gli interventi chirurgici o le discussioni mediche su casi complessi; di utilizzare il ‘laboratorio esperienziale’, un laboratorio didattico sperimentale, adattabile a una vasta gamma di attività (come giochi di ruolo e simulazioni); di entrare in contatto – usando strumenti online – con ‘opinion leader’ scientifici internazionali, per comprendere l’impostazione di progetti di ricerca preclinici e prove cliniche; di incontrare medici, infermieri, amministratori e ‘policy-makers’ per conoscere e comprendere i correlati politici, economici e sociali del sistema sanitario”. L’innovazione nella formazione degli allievi di medicina è una costante alla Scuola Superiore Sant’Anna. “E-schoolapius”, una piattaforma di apprendimento a distanza ad accesso aperto e il suo progetto pilota “Il Cuore: i suoi”, nel 2017 ha ricevuto una sovvenzione di 100mila euro come primo progetto classificato nel concorso nazionale “Talentitaly”, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e ha costituito il primo mattone nella costruzione dell’esperienza che culmina in “Simulabo”. Chi ha reso possibile “Simulabo”. Gli Istituti della Scuola Superiore Sant’Anna coinvolti inizialmente nello sviluppo di “Simulabo” sono stati l’Istituto di Scienze della Vita; il TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione) con i docenti Massimo Bergamasco, direttore del TeCIP, e Marcello Carrozzino; l’Istituto di Management con Sabina Nuti e Nicola Bellè. Saranno coinvolte esperienze pilota di gestione di corsi ADE (Attività Didattiche Elettive Individuali di Tirocinio) presso il corso di laurea in medicina dell’Università di Pisa, in particolare grazie alla collaborazione con il docente Stefano Taddei, con la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, grazie al direttore Luciano Ciucci. Un contributo rilevante è arrivato anche dall’Area Tecnico-gestionale e dal Servizio ICT della Scuola Superiore Sant’Anna.