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Una conferma irrinunciabile e graditissima – si legge nel comunicato stampa- per il concerto di chiusura di Anima Mundi, giovedì 20 settembre alle ore 20,30 in Cattedrale, con il ritorno di sir John Eliot Gardiner con il Monteverdi Choir e l’Orchestre Révolutionnaire e Romantique, complessi che grazie a lui il pubblico della rassegna pisana ha imparato ad amare in questi anni. In programma uno dei pilastri più grandiosi e celebrati del repertorio sinfonico-corale, la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi.
A partire dalle ore 20 l’ensemble di ottoni saluterà anche questa sera il pubblico di Anima Mundi da uno degli anelli della Torre.
«Io lavoro alla mia Messa proprio con gran piacere. Mi pare d’esser diventato un uomo serio, e di non esser più il pagliaccio del pubblico che con un tamburrone e grossa cassa grida ‘avanti avanti, venite ecc.’. Voi capirete che ora sentirmi a parlare d’opere, la mia coscienza se ne scandalizza, e mi faccio presto il segno della Croce!!! Che ne dite Voi?… Non siete edificato di me?…». Così Verdi il 28 febbraio 1874, mentre sta portando a termine il Requiem, anzi «quella Diavola di Messa, la quale finalmente è finita», annuncerà soddisfatto il 16 marzo.
Nel 1868, alla morte di Gioachino Rossini, Verdi aveva lanciato l’idea di un Requiem collettivo in sua memoria, musicato una parte per ciascuno dai principali compositori italiani. Dimostratasi impossibile l’esecuzione, Verdi si era ritrovato nel cassetto un pezzo di musica, il “Libera me”, inutilizzabile così com’era, ma di cui non era impensabile uno sviluppo in dimensioni più ampie. L’occasione concreta per farlo era giunta il 22 maggio 1873, alla morte di Alessandro Manzoni, venerato come un santo da Verdi; è dei primi di giugno l’offerta al sindaco di Milano di comporre una Messa da Requiem: «un impulso, o dirò meglio, un bisogno del cuore». Nei nove mesi successivi ecco Verdi vivere questo momento creativo per lui nuovo con un entusiasmo che non trova riscontro per nessuna delle sue produzioni precedenti.
Il 22 maggio 1874, nel primo anniversario della scomparsa di Manzoni, Verdi diresse il Requiem nella chiesa di San Marco a Milano. Dopo tre riprese alla Scala, Verdi e la Messa cominciarono un giro trionfale per tutta Europa, compresa Vienna, e con un culmine clamoroso a Londra, quando alla Albert Hall si raccolse un coro di 1.200 voci. Da allora la Messa da Requiem è la composizione non operistica italiana più eseguita in sede di concerto, capace meglio di altre di rappresentare la storia musicale del nostro paese.
L’Orchestre Révolutionnaire e Romantique è stata fondata nel 1989 Gardiner con l’intenzione di applicare la fedeltà stilistica storica e l’intensità di espressione dei suoi celebri English Baroque Soloists alla musica dell’Ottocento e del primo Novecento. Fin dagli esordi l’orchestra si è conquistata un vasto apprezzamento internazionale, in particolar modo per le sue interpretazioni delle opere di Beethoven, eseguite ripetutamente e registrate per la Deutsche Grammphon negli anni Novanta. Fra i progetti 2018 esecuzioni di musiche di Berlioz in Europa e Stati Uniti e un tour europeo con il Requiem di Verdi.
Il Monteverdi Choir, fondato da Gardiner nel quadro del rivoluzionario movimento verso il recupero degli strumenti d’epoca degli anni Sessanta, ha sempre cercato nuove prospettive per il suo repertorio. Combinando una tecnica corale perfetta e la pratica dell’esecuzione storicamente consapevole, si distingue dagli altri complessi per la capacità di comunicare musicalmente con pubblici di tutto il mondo. Spingendosi al di là del puro fatto musicale, il coro cerca di ampliare la sua esperienza con l’impatto visuale, sfruttando anche le caratteristiche delle sale per ottenere maggiore immediatezza e forza drammatica. Un approccio che da mezzo secolo lo fa acclamare come uno dei migliori cori del mondo.
Ad interpretare i ruoli solisti, quattro tra le voci più acclamate del momento: Corinne Winters elogiata dal New York Times come “attrice eccezionale oltre che cantante di grazia e finezza straordinarie”, il mezzosoprano svedese Ann Hallenberg, venuta alla ribalta internazionale nel 2003 sostituendo Cecilia Bartoli con un giorno di preavviso Nel Trionfo del tempo e del disinganno di Händel all’Opernhaus di Zurigo, Edgaras Montvidas, tenore di successo recentemente interprete di Lenskij in Evgenij Onegin e Belmonte nel Ratto dal serraglio al Bayerische Staatsoper e a Glyndebourne, e il basso italiano Gianluca Buratto, selezionato da Gardiner per la tournèe monteverdiana ma già noto per le sue interpretazioni al fianco di Jordi Savall a Madrid e a Barcellona e di Riccardo Muti a Salisburgo e a Ravenna.
Per la serata conclusiva, il progetto di solidarietà che è possibile sostenere è Casa Caritas VG33: un immobile in via Garibaldi a Pisa, ex opera Cardinale Maffi, che vuole diventare sempre di più un luogo a vocazione sociale, una sorta di incubatore, dove si sognano, si pensano, si progettano e si sperimentano nuove prassi di welfare generativo. Una casa aperta al territorio. Un tempo e uno spazio dove incontrare i giovani e costruire con loro percorsi formativi. Una “terra di confine”, luogo di incontro e di scambio e per questo aperto ai percorsi della cura.
Anima Mundi è realizzata dall’Opera della Primaziale Pisana con il contributo della Fondazione Pisa e del Comune di Pisa e con il sostegno di Gi-Group agenzia per il lavoro.
Direzione artistica di Daniel Harding
Corinne Winters, soprano
Ann Hallenberg, mezzosoprano
Edgaras Montvidas, tenore
Gianluca Buratto, basso
Monteverdi Choir
Orchestre Révolutionnaire et Romantique
Sir John Eliot Gardiner, direzione
Giuseppe Verdi, Messa da Requiem
Informazioni
I biglietti disponibili con la prenotazione online sono esauriti. Il voucher dovrà essere convertito con il regolare biglietto di ingresso presso la biglietteria Anima Mundi al Museo delle Sinopie, il giorno del concerto dalle ore 10 alle ore 19.30. A partire dalle ore 19.30 di ogni giorno di concerto i biglietti non ritirati verranno rimessi in distribuzione per il concerto della serata solo presso la segreteria Anima Mundi.